Asteroidi: gli Dèi del quotidiano

Asteroidi: gli Dèi del quotidiano
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La mia relazione tenuta al II Convegno Adriatico di Astrologia “Astrologia per conoscere l’uomo“, Pescara, Italia, 6 Ottobre 2012 (pubblicata negli Atti).


In questo mio intervento leggeremo il Tema natale di Gabriele D’Annunzio con l’inserimento degli Asteroidi e interpreteremo il loro impatto nelle vicende della sua vita.

Parafrasando il noto libro di Howard Sasportas [1] possiamo vedere gli asteroidi, che nella maggior parte dei casi hanno nomi di eroi e semidèi (quindi diversi dai pianeti che si fregiano del nome delle grandi divinità olimpiche e pre-olimpiche), come elementi le cui azioni vanno a parare non già nel novero delle grandi vicende destiniche, appannaggio dei pianeti e dei loro transiti, ma nell’ambito del quotidiano, della vita di tutti i giorni, pur a volte modellando, smussando o esaltando le cose date dai pianeti stessi, in special modo di quelli presso i quali gli asteroidi si trovano ad essere congiunti.

L’uso degli asteroidi nell’interpretazione astrologica può a molti apparire bislacco o assurdo, pensando che dei piccoli sassi non meritino nemmeno la fatica di calcolarne la posizione: un astro non è maggiormente parlante perché è più grande e grosso o più vicino a noi di un altro, ché sennò Giove, astrologicamente parlando, avrebbe più “influenza” della Luna o quest’ultima più importanza di Plutone. Gli asteroidi, in quanto elementi facenti parte del macrocosmo, possono e devono essere usati in astrologia alla stregua di qualsiasi altro oggetto fisico e non, e da quest’ultimo lato pensiamo alle Parti Arabe, ai Nodi lunari, ma anche all’Ascendente stesso, al Medio Cielo, punti immateriali ma che nessuno si sognerebbe, per questo, di accantonare nell’elenco delle cose inutili.

Per quanto riguarda il significato astrologico degli asteroidi questo si basa, oltre che ovviamente sulla pratica quotidiana, sia sulla comprensione della storia che si lega al personaggio mitologico del quale porta il nome sia al suo Tema natale, cioè al Tema eretto per il momento in cui l’asteroide è stato scoperto, quadro astrale che, alla stregua di qualsiasi altro Tema di nascita, ci darà indicazione sulle sue principali caratteristiche [2].

L’esempio sul quale lavoreremo è il Tema di Gabriele D’Annunzio, il poeta-soldato, il Vate, omaggio certo non originale ma doveroso visto il luogo che ci ospita.

Fra gli asteroidi presenti in un Tema possiamo inizialmente fermare la nostra attenzione su quelli che si trovano congiunti agli angoli del cielo o a pianeti personali; questo non vuol dire che gli altri aspetti non abbiano la loro importanza, solo che una prima e importante scrematura interpretativa può essere fatta concentrandosi sull’aspetto di congiunzione il quale ci permette già di delineare un quadro pressoché parlante del loro impatto espositivo.

Gli asteroidi che nel Tema di D’Annunzio detengono tale caratteristica sono:

(1) CERES – (1009) SIRENE – (66) MAJA – (65) CYBELE
(99) DIKE – (4450) PAN – (85) IO – (47) AGLAJA

Da notare la cifra che li precede: rappresenta il numero progressivo della loro scoperta, così, ad esempio, Ceres è contrassegnato dal numero 1 perché è stato il primo asteroide ad essere scoperto, mentre Cybele, col numero 65, è stato il sessantacinquesimo pianetino ad essere individuato.

Da notare altresì come questi abbiano nomi tratti dalla mitologia: non tutti gli asteroidi seguono questo cliché, ché ve ne sono molti che vengono nominati nei modi più disparati, ad esempio con nomi di città, di piante, di scienziati, di persone comuni, ecc., così, tanto per fare degli esempi, abbiamo gli asteroidi (542) Susanna, (793) Arizona, (833) Monica, (945) Barcelona, (1079) Mimosa, (1815) Beethoven, (2001) Einstein, (4382) Stravinsky, ecc.

Ma andiamo subito a osservare come sono dislocati i principali asteroidi nel Tema di D’Annunzio e cosa ci possono dire.

(1) CERES

Iniziamo da (1) CERES, che troviamo collocato a 17° 33’ del Capricorno, esattamente congiunto al Medio Cielo.

D'Annunzio_1

Il nome fa riferimento alla dea Cerere, la dea dell’agricoltura, delle messi, considerata per questo una Grande Madre. Ma Cerere era anche la dea del popolo, della plebe, della liberazione di quest’ultima dall’oppressione, quindi rappresentante anche l’ardente desiderio rivoluzionario vòlto al riscatto di un popolo, di una terra, al riappropriarsi di una dignità perduta.

D’altronde nel Tema della scoperta dell’asteroide (01.01.1801 ore 20.00 a Palermo) troviamo la Luna in Cancro in Dodicesima Casa congiunta a Giove e alla Parte del Lavoro, Marte in Toro congiunto al Medio Cielo, Saturno in Leone congiunto all’Ascendente, elementi che ci parlano di terra, territorio, patria, proletariato, lotta di liberazione, riscatto, ecc. Si può quindi pensare che coloro che hanno questo asteroide in posizione importante nel proprio cielo natale si trovino, chi più chi meno, ad avere questo anelito.

Il fatto di trovarsi, questo asteroide, in una posizione decisamente importante nel Tema di D’Annunzio indica senz’altro che le questioni sociali sopra esposte trovano nel poeta-soldato un terreno fertile al loro germogliare. Chi conosce la sua vita non potrà fare a meno di pensare, ad esempio, all’impresa di Fiume del 12 settembre 1919, quando D’Annunzio, con un manipolo di soldati ribelli del Regio Esercito (i Granatieri di Sardegna), marciò sulla città di Fiume annettendola al Regno d’Italia. Prima dell’impresa scrisse una lettera a Mussolini che iniziava con queste parole: «Mio caro compagno, il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d’Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire…».

Interessante osservare dove si trovava l’asteroide quel 12 settembre: a 01° Ariete, transitante in Dodicesima Casa sul suo Nettuno, ciò che dà ragione sia del suo stato “febbricitante” sia di quell’afflato idealistico-romantico-visionario che l’ha fatto montare in groppa a Pegaso brandendo la spada della redenzione, del riscatto, della liberazione. Non dimentichiamo poi che Nettuno-Poseidone, nel mito, era il marito di Cerere-Demetra, ciò che dà al tutto un che di forte e di inderogabile.


(1009) SIRENE

E però possiamo andare avanti e visualizzare meglio tutto questo sapendo che D’Annunzio, al Medio Cielo, ha un altro importante asteroide: (1009) SIRENE, che si trova a 17° 34’ Capricorno.

D'Annunzio_2

L’asteroide ha il nome di quegli esseri metà donna e metà pesce (inizialmente metà donna e metà uccelli) conosciuti sotto il nome di Sirene, personaggi mitologici il cui compito era quello di “incantare cantando”, cioè di ammaliare, affascinare, stregare, inebriare, attrarre, far perdere il senno a chi incautamente ascoltava il loro melodioso canto. Ad un esame più approfondito possiamo legare il loro canto senza parole alla “musica delle sfere”, a qualcosa di celeste, di alto, di mistico e trascendentale che per questo aliena sì la mente semplice e pavida ma che inebria ed esalta la mente sognatrice e prometeica.

Essendo l’asteroide (1009) SIRENE, nel Tema di D’Annunzio, esattamente congiunto a (1) CERES, questo ci fa ancor più vedere la sua, del Vate, indole epica e intrepida, temeraria e valorosa, fiera e ardimentosa, il suo non retrocedere davanti all’incanto ma anzi, facendolo proprio piegandolo al servizio di una causa liberatrice. Da considerare poi che (1009) SIRENE è l’asteroide al quale leghiamo la caratteristica di donare, a chi lo ha forte nel proprio Tema, una pronunciata vis poetica e intellettuale, una forte sensibilità ai richiami del sentimento, dell’amore, della passione, il soggetto stesso ammantato di quel fascino conturbante che strega e ammalia, doti che hanno sicuramente trovato in D’Annunzio un degno e sublime rappresentante.



(66) MAJA

Altro asteroide in posizione preminente è (66) MAJA, che qui troviamo a 23° 19’ dell’Acquario, in congiunzione a Mercurio.

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Prende il nome dalla ninfa Maia, figlia del Titano Atlante e dell’Oceanina Pleione. Lei e le altre sue sei sorelle erano conosciute come Plèiadi.

L’asteroide venne scoperto quando si trovava a 00° 08’ Bilancia, in opposizione a Nettuno, situazione che per certi versi dà ragione delle caratteristiche che colleghiamo al pianetino, come senso critico e della giustizia, amore della libertà, anticonformismo, orgoglio, polemica, esagerazioni, autoreferenzialità, pettegolezzi, vanità, tutte qualità che non facciamo certo fatica a vederle indossate da D’Annunzio.

Da notare che l’11 maggio 1903 editò un’opera autobiografica intitolandola Maia, appunto il nome della Plèiade, il primo di una serie di sette libri che aveva intenzione di chiamare ognuno con il nome delle mitiche sette sorelle e riuniti poi in una raccolta che ha come titolo Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi; il progetto rimase però incompiuto: nel 1903 uscirono i primi tre libri, Maia, Elettra e Alcyone, mentre un quarto, Merope, uscì nel 1912; nel cielo di quell’11 maggio avevamo Nettuno esattamente congiunto all’asteroide (66) MAJA e tutti e due in quadratura al suo Nettuno natale. Plèiadi è poi il nome di un gruppo di stelle che si trovano nella costellazione del Toro: si può pensare anche ad un omaggio di D’Annunzio al suo Segno ascendente.



(65) CYBELE

Un altro importante asteroide visibile nel suo Tema è (65) CYBELE, che viene a trovarsi a 24° 27’ dell’Acquario, anch’esso strettamente congiunto a Mercurio.

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Cibele era una divinità frigia venerata come Grande Madre il cui nome originale era Agdistis. Troppo ampio e complesso il mito che la riguarda per poterlo degnamente onorare in questa sede: tuttavia possiamo sintetizzarlo raccontando che Cibele si era innamorata di un mortale, che si chiamava Attis, un giovane dalla straordinaria bellezza; ma Attis era già impegnato, e addirittura stava per sposarsi, cosa che avvenne di lì a poco; infuriata, Cibele andò al banchetto nuziale e per gelosia fece impazzire tutti, anche Attis che in preda alla follia si evirò. Da notare che nel Tema della scoperta dell’asteroide (08.03.1861) spiccava una congiunzione Marte/Plutone, due pianeti scorpionici che leghiamo alla sessualità e al membro maschile.

Già da questo piccolo accenno possiamo capire come questo asteroide si porti appresso cose e situazioni che, in un modo o nell’altro, hanno a che fare con la sfera sessuale, con la passione che ti travolge; e però un’altra congiunzione faceva da protagonista nel cielo natale del pianetino, cioè Mercurio/Nettuno: ecco che allora la passione e la forza sessuale e sensuale di cui sopra diventano qualcosa di più intellettivo, più intellettuale, più estetico (ed estatico), richiamandoci a una delle tante etichette date alla poesia, ai lavori di D’Annunzio, il cosiddetto “Panismo” (da Pan, dio greco dei boschi, della natura), cioè quell’immergersi nella natura “naturale” dove l’io si dissolve (Nettuno) facendo diventare protagonista la suggestione dei sensi, la lirica dei sensi, la voluttà, l’ebbrezza, il rapimento poetico, il simbolismo e il decadentismo; quindi sì sessualità e sensualità nella loro accezione “fisica”, ma soprattutto sessualità e sensualità che diventano il motore della sua vis poetica, generando poesia sensuale e sensualità poetica.

Da considerare poi che D’Annunzio ha la Parte dell’Arte (AS + Venere – Mercurio) a 22° 29’ Gemelli, governata da Mercurio, così che la congiunzione fra questo pianeta e gli asteroidi (66) MAJA e (65) CYBELE acquista un maggior peso facendoci veramente vedere l’impellente suo bisogno d’espressione artistica e come quest’ultima passasse attraverso il filtro della sensualità.



(99) DIKE

Continuando, troviamo l’asteroide (99) DIKE a 21° 10’ dei Pesci, in esatta congiunzione al Sole.

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Dike era la dea della Giustizia. Il mito ci dice che viveva sulla Terra insieme agli uomini durante l’Età dell’Oro, mitico periodo in cui tutti andavano d’amore e d’accordo. Ma col tempo gli uomini divennero malvagi, a tal punto che Dike, che vigilava sulla giustizia insieme a sua madre, si ritirò per sempre in Cielo disgustata da quanto stava accadendo giurando che non sarebbe mai più ritornata sulla Terra, e si trasformò nella costellazione della Vergine. Quando venne scoperto, l’asteroide si trovava nel Segno della Bilancia in congiunzione alla stella Spica, l’alfa Virginis.

È quindi un asteroide la cui principale caratteristica è quella di infondere un forte senso della giustizia, e se poi questo asteroide, che “naturalmente” abiterebbe la Vergine, viene qui, nel Tema di D’Annunzio, a trovarsi in Pesci, allora il forte senso di giustizia acquista connotati più ampi, epici, maestosi, solenni o, in un’accezione meno aulica, più “donchisciotteschi”, battaglieri e idealisti: pensiamo alla già citata sua azione su Fiume, oppure, in piena Prima Guerra Mondiale, al suo volo su Vienna (09.08.1918) gettando sulla città volantini inneggianti alla ribellione del popolo austriaco contro i propri regnanti, o anche alla cosiddetta “beffa di Buccari” (10-11.02.1918), quando con piccole imbarcazioni lui e altri due suoi compagni riuscirono a eludere la sorveglianza delle navi austriache ormeggiate nella baia di Buccari (Croazia) colpendole con dei siluri, azione che appunto si fece beffa dei grandi sistemi difensivi austriaci e che ebbe vasta eco in Italia risollevando se non altro il morale dei soldati italiani appena reduci dalla sconfitta di Caporetto. Faccio notare, en passant, che l’asteroide (99) DIKE, il giorno della presa di Fiume, si trovava a 14° Gemelli, transitante quindi, nel Tema di D’Annunzio, su Urano e in opposizione alla Luna, situazione che amplia ancor più il concetto di giustizia liberatrice, di terra (Luna) riconquistata e/o liberata (Urano) e riconsegnata alla Patria (Luna).



(4450) PAN

Altro importante asteroide presente in posizione strategica nel suo Tema è (4450) PAN, che troviamo a 02° 48’ del segno dell’Ariete, in congiunzione a Nettuno e in opposizione a Saturno.

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Pan (da pan, “tutto”) era dio dei pastori e delle greggi, con il corpo umano, corna sulla testa, volto irsuto e zampe caprine. Era un dio a forte connotazione sessuale, spesso rappresentato con un grosso fallo. Inseguiva giornalmente le ninfe per possederle, ma molte gli sfuggivano. Fra queste ninfe si innamorò di Siringa, ma ella gli sfuggì raggiungendo le sue sorelle che prontamente la tramutarono in una canna; quando il vento cominciò a soffiare, le canne si misero a suonare, ma non sapendo quale di esse fosse Siringa, ne prese alcune e ne tagliò sette pezzi di lunghezza decrescente legandole poi assieme, creando così quello strumento a fiato che dalla ninfa prese il nome. Pan fu l’unico dio a morire, e morì quando nacque il Cristianesimo: si racconta (Plutarco, Il tramonto degli oracoli) che una voce all’improvviso tuonò e spaventò un marinaio di nome Epiterse: «Quando sarai a Palode, annuncia che il grande Pan è morto», per dire che erano morti gli antichi dèi pagani e con essi tutto un mondo legato alla natura e ai miti. Gli istinti e la sessualità sfrenata (Pan) divennero, nella nascente concezione cristiana, il Diavolo.

Vista la sua natura istintiva e infantile possiamo legare l’asteroide che ne ha preso il nome al personaggio letterario di Peter Pan, ideato allo scrittore James Matthew Barrie (1860-1937), cioè “il bambino che non voleva crescere” e che viveva nell’Isola che non c’è (Neverland), quindi ad un soggetto sia semplicemente infantile, innocente, sia idealista, utopistico, rivoluzionario. Addebitiamo anche, all’asteroide, un rapporto con la propria sfera sessuale molto intenso, sfrenato, a volte frustrato; ha a che fare anche con il vergognarsi del proprio corpo, o all’opposto un amarlo autoeroticamente, narcisisticamente; ha a che fare con la paura, il panico; e però si lega anche al divertimento, allo sberleffo, all’ironia e autoironia, come anche all’occulto e all’esoterico.

Il fatto di trovare questo pianetino in congiunzione a Nettuno-sogno-evanescenza e in opposizione a Saturno-realtà non solo ribadisce tutto questo ma ci dà l’aggancio con quella concezione panteista e pagana del mondo e della natura espressa da D’Annunzio nelle sue opere, con quel confondersi e mescolarsi (Nettuno) con il Tutto, con l’Assoluto, con la Natura (“Panismo”).



(85) IO

Altro asteroide in posizione rilevante è (85) IO, che si trova a 14° 12’ del Segno dell’Ariete, congiunto a Venere.

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Prende il nome da una sacerdotessa di Era amata da Zeus. Si racconta che Era, gelosa di questa ennesima conquista del marito Zeus, trasformasse Io in una giovenca. Zeus, per niente intimorito da questo, pur di giacere con la sua bella Io si trasformò in toro. Allora Era decise di farla sorvegliare da Argo, il gigante dai cento occhi, ma Zeus ordinò a Ermes di addormentare Argo, riuscendo così a liberarla. In seguito Era mandò un tafàno a pungere Io, che così cominciò a correre per tutta la Grecia per sfuggire all’insetto. Arrivata al braccio di mare tra Europa e Asia lo attraversò a nuoto, e da quel giorno lo stretto prese il nome di Bosforo (“passaggio della giovenca”). Finalmente Io giunse in Egitto, dove riacquistò anche le sue fattezze umane. Io viene spesso rappresentata come una giovane donna con in testa le corna della vacca, per questo identificata con Iside e Hathor e accostata alla luna.

Interessante, ai fini di una comprensione delle caratteristiche dell’asteroide, il fatto che Io venisse inseguita da un tafàno, insetto che viene chiamato anche “assillo” o “estro”, da cui espressioni come “estro poetico” o “assillante” (la parola “tafàno” deriva dal sanscrito tapanas che vuol dire “bruciante”, “pungente”).

L’asteroide (85) IO lo possiamo vedere come il pianetino degli psicologi, dei filosofi, dei poeti, e comunque di tutti coloro che in un modo o nell’altro si pongono domande e non si accontentano, che vogliono andare a fondo, capire, che sono continuamente rincorsi, come Io, dal “tafàno-assillo-tormento” dei loro pensieri, dei loro perché, delle loro riflessioni, mai domi, mai soddisfatti, “esistenzialisticamente” mai domi, mai soddisfatti.

Il fatto che qui l’asteroide si trovi congiunto a Venere, l’astro del sentimento, dell’amore, indica e dimostra il tormento che D’Annunzio viveva e sperimentava nei suoi amori, nelle sue relazioni: gioia e insoddisfazione, appagamento e malessere, riflessioni e ubriacature, tutto e il contrario di tutto, alla ricerca di un appagamento dei sensi e del cuore, dell’anima e della mente.

Possiamo anche, per altri versi, vedere l’immedesimazione, l’identificazione (Io in senso psicoanalitico) con Venere, cioè “io sono Venere e Venere è me”, cioè sono tutt’uno con l’amore, la passione, la voluttà viste e vissute come atti di affermazione del mio Io, ma anche sono tutt’uno con l’estetica, il bello, il raffinato.



(47) AGLAJA

L’ultimo asteroide degno di nota che qui troviamo è (47) AGLAJA, situato a 03° 25’ Toro, in stretta congiunzione all’Ascendente.

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Aglaia era una delle tre Grazie (o Cariti in Grecia), divinità minori spesso associate ad Afrodite (o Afrodite stessa nei suoi molteplici aspetti). Il suo nome significa “la lucente”, secondo altri “splendore” o “l’ornamento”. Le altre erano Eufrosine e Talia. Le Grazie erano venerate come datrici di tutto quanto è bello e piacevole nella vita, considerate personificazioni della bellezza, della gentilezza e dell’amicizia. Le feste in loro onore, chiamate Caritesie, erano accompagnate da gare musicali e poetiche. Secondo alcuni racconti le tre Grazie sarebbero state figlie di Lete, “il fiume dell’oblìo” che scorre negli Inferi.

Il trovare una delle tre Grazie in congiunzione all’Ascendente è un’ulteriore riprova dell’aspirazione, disposizione e passione di D’Annunzio per le bellezze e piacevolezze della vita, del suo animo poetico, del suo “appetito sensuale” (Toro). Non dimentichiamo poi quella che è una fra le principali caratteristiche di questo asteroide, cioè quella di conferire al soggetto se non una bellezza fisica almeno un certo fascino o fascinazione che colpisce gli altri.


Vediamo quindi, seppur succintamente, come anche questi pianetini, nel loro piccolo, riescano a darci utili agganci interpretativi, come entrino, con fare anche autorevole, nella lettura di un Tema.

Ovviamente vanno usati con giudizio, ma sempre visti come utili strumenti che l’astrologo ha a disposizione. D’altronde, così come il falegname ha sul suo tavolo di lavoro la squadra, il compasso, il martello, la morsa, il mazzuolo, la raspa, lo scalpello, la tenaglia, la spatola e quant’altro, strumenti che userà di volta in volta a seconda del tipo di operazione che ha da svolgere, così l’astrologo dovrà imparare a usare quegli strumenti che la sua arte gli concede (Nodi lunari, Parti Arabe, Stelle fisse, Asteroidi, Armoniche, Case derivate, ecc.), ognuno aprendogli utili spiragli all’interpretazione.


[1] H. Sasportas, “Gli dèi del cambiamento. Urano, Nettuno, Plutone”, Astrolabio-Ubaldini, Roma 2000.
[2] Per maggiori informazioni e approfondimenti sul significato degli asteroidi mi permetto di rimandare al mio “Dizionario degli Asteroidi. Astronomia, Mitologia, Astrologia. Da Abante a Zeus”, Capone, Torino 2012, dove sono stati monitorati 153 asteroidi ognuno spiegato dal lato astronomico, mitologico e ovviamente astrologico, così da poterli comodamente utilizzare nel proprio o altrui Tema natale.

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