“De modo Collegiandi…”

“De modo Collegiandi…”
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490 anni fa, il 1° aprile 1528, veniva edita a Venezia l’opera di astrologia medica “De modo Collegiandi: Pronosticandi: & Curandi febres…[1] dedicata al doge Andrea Gritti.

L’autore era Federico Crisogono, scienziato, filosofo, medico e astrologo nato nel 1472 a Zara, città dalmata all’epoca sotto il dominio della Repubblica di Venezia.

Crisogono studiò Filosofia a Padova, addottorandosi in Filosofia e Medicina e ottenendo poi la cattedra di Astrologia e Matematica allo Studio patavino probabilmente intorno al 1495 o 1498.
Come era consuetudine nelle università il docente incaricato della lettura doveva, a inizio anno accademico, presentare la sua materia con una prolusione: anche Crisogono tenne la sua lezione introduttiva che venne poi da lui inserita nella sua opera “Speculum Astronomicum…[2], stampata a Venezia il 29 novembre 1507 per i tipi di Lazzaro Soardi, opera che risente molto, e non solo nel titolo, dello Speculum Astronomicum di Giovanni Campano (o attribuito ad Alberto Magno secondo alcuni), per esempio quando dichiara che non tutto è necessità ma anche casualità, facendo così salvo, in parte, il concetto di libero arbitrio; asserisce poi che materie come matematica e astrologia possono davvero essere utili alla scienza, aggiungendo poi: «Ergo astrologiam quis sanae mentis negare potest?».

Crisogono

Per quanto riguarda invece l’opera medico-astrologica “De modo Collegiandi…” lì Crisogono tratta di come pronosticare i giorni critici e come costruire un Tema di decubito o inizio infermità, degli aspetti della Luna nella sua rivoluzione mensile con particolare riferimento agli aspetti vuoti, della Parte di Fortuna, delle stelle fisse, dei metodi curativi legati alle posizioni planetarie; nell’ultimo capitolo, dal titolo “Tractatus de occulta causa Fluxus & Refluxus Maris” (ff. 23v-27r), riprende le teorie di Jacopo Dondi (padre di Giovanni Dondi) sul fenomeno delle maree e dell’azione su di esse della combinazione Sole-Luna, con la Luna che, dice, ha molta più forza del Sole nel generarle, esponendo poi la tesi che le maree dei pleniluni e dei noviluni si equivalgono e che durante le quadrature fra Sole e Luna queste si annullano.

Morì a Zara nel 1538.

(Tratto dal mio libro “Astrologia Italica“)


[1] Titolo dell’opera: Federici Chrisogoni Nobilis Iadertini Artium & Medicine doctoris Subtilissimi: & Astrologi excellentissimi de modo Collegiandi: Pronosticandi: & Curandi febres: Necnon de humana Felicitate: ac denique de Fluxu & Refluxu Maris: Lucubrationes nuperrime in Lucem edite, Venetiis impressum a Ioan. Anto. de Sabbio & fratribus. Anno a partu Virgineo. M.D.xxviij, kal. Aprilis. L’opera è presente nella Bayerische Staatsbibliothek München (collocazione: 2 Path. 90 c#Beibd.1) ed è stata consultata nella riproduzione digitalizzata.
[2] Titolo dell’opera: Speculum Astronomicum terminans intellectum humanum in omni scientia Federici Crisogoni Jadertini… Praemissa est Oratio clarissimi artium et medicinae doctoris Federici Chrysogoni Jadertini in Academia Patavina habita, Venetijs, per Lazarum de Soardis, 1507. die 29. Novembris. L’opera è presente nella Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza (collocazione: F 036 005 020).


Foto del titolo da: www.healthandlifestyle.com.ph

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