L’abbinamento Segni-Pianeti. Divagazioni sul tema

L’abbinamento Segni-Pianeti. Divagazioni sul tema
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Un mio articolo pubblicato su “Linguaggio Astrale” n. 131 – Estate 2003


Quanto qui esposto non ha nessuna intenzione di entrare nel merito dei Domicili planetari né delle loro Esaltazioni, tanto meno ha la pretesa di sconvolgere i concetti, vecchi o nuovi, che stanno alla base delle signorie planetarie sui Segni. Tuttavia tratta degli abbinamenti Segno/Pianeta, tema peraltro già sviluppato con argomentazioni molto interessanti da altri autori.

Tali abbinamenti non sono ovviamente casuali ma seguono un ordine che possiamo definire “naturale”. In più permettono di apprezzare il rapporto, l’analogia, la somiglianza, intercorrente fra i pianeti che si situano, sulla fascia zodiacale, uno di fronte all’altro. Potremmo vederlo come un gioco, un divertissement, e come tale usarlo. Proprio per questo non ha presunzione di verità granitica, potendo quindi, se altre argomentazioni verranno fuori, ben accettare variazioni sul tema.

Nel corso dei secoli la sequenza planetaria adottata dagli astronomi e dagli astrologi per i loro studi e per le loro carte ha subito numerose variazioni, come è ben visibile dalla tabella sottostante. Oggi quello comunemente adottato, e che ricalca in larga misura la sequenza planetaria egizia, è: Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno, più i pianeti moderni Urano, Nettuno, Plutone. In pratica non facciamo altro che porre i luminari in prima fila e poi svolgiamo i pianeti a seconda della distanza che hanno dal Sole; la Terra ovviamente non è presente essendo essa luogo di osservazione di tutto questo (tabella 1).


       
BABILONESE CALDEO EGIZIO GRECO ATTUALE
         
Luna Luna Luna Sole Sole
Sole Mercurio Sole Luna Luna
Giove Venere Mercurio Saturno Mercurio
Venere Sole Venere Giove Venere
Saturno Marte Marte Marte Marte
Mercurio Giove Giove Venere Giove
Marte Saturno Saturno Mercurio Saturno
Urano
Nettuno
Plutone



E però, se vogliamo attenerci a quella che è l’effettiva presenza di corpi celesti nel nostro sistema, non possiamo fare a meno di dire che questa sequenza è incompleta, dovendo infatti aggiungere un altro elemento che pur fa parte del sistema solare, e mi riferisco alla Fascia degli Asteroidi che si situa tra i pianeti Marte e Giove. Ebbene, se noi prendiamo questa successione di astri, comprensiva degli Asteroidi, e l’abbiniamo a quella dei Segni zodiacali, cioè facciamo combaciare il primo Segno dello Zodiaco con il primo astro di questa sequenza, il secondo Segno con il secondo astro, ecc., ecco cosa abbiamo (tabella 2):


 
Ariete Sole
Toro Luna
Gemelli Mercurio
Cancro Venere
Leone Marte
Vergine Asteroidi
Bilancia Giove
Scorpione Saturno
Sagittario Urano
Capricorno Nettuno
Acquario Plutone
Pesci ?



Questa è la sequenza “naturale” a cui prima ho accennato e che apre nuove prospettive e significati, pur dovendoci sorbire quel punto interrogativo ai Pesci!
Per capire meglio quanto andremo a dire, comunque, dividiamo i Segni in due colonne, così da vederli come ci appaiono sul cerchio zodiacale: questo ci permette di apprezzare il rapporto molto importante e particolare che intercorre fra i Pianeti che si trovano uno di fronte all’altro (tabella 3).


       
Ariete Sole Bilancia Giove
Toro Luna Scorpione Saturno
Gemelli Mercurio Sagittario Urano
Cancro Venere Capricorno Nettuno
Leone Marte Acquario Plutone
Vergine Asteroidi Pesci ?



Vediamo che il Sole apre la prima sequenza planetaria e Giove la seconda. Potremmo dire così che Giove “è il Sole” per i pianeti posti nella seconda colonna. D’altronde, astronomicamente parlando, Giove viene considerato una stella abortita piuttosto che un pianeta. È stato più volte affermato che in origine Giove e il Sole fossero i due componenti, di dimensioni diverse, di un sistema stellare binario. Possiamo dire che se il diametro di Giove fosse quattro volte maggiore di quello che è, e la massa fosse di 70 volte più grande, la sua temperatura diverrebbe abbastanza alta da innescare una reazione nucleare rendendo Giove una stella a tutti gli effetti. Senza parlare dei satelliti che ruotano intorno a Giove, fra i quali Ganimede e Callisto sono addirittura più grandi di Mercurio, mentre Io e Europa hanno dimensioni paragonabili a quelle della Luna, che possiamo considerare una versione in miniatura del sistema planetario.

Questo per dire che i pianeti che figurano nella seconda colonna dovrebbero avere una “parentela” con quelli della prima, e comunque rappresentarli su di un piano diverso: così, Saturno potrebbe essere “la Luna” della seconda sequenza, Urano un “Mercurio”, Nettuno una “Venere”, Plutone un “Marte”. In questo modo si creano delle coppie certamente non casuali, anzi, fortemente caratterizzate da affinità e riconosciute valide in ambito astrologico, alcune legandosi al concetto delle “ottave superiori” come le coppie Mercurio/Urano, Venere/Nettuno e Marte/Plutone. Ovviamente i pianeti che formano queste coppie non necessariamente devono essere (e non lo sono) uno l’opposto dell’altro, pur essendo posizionati uno di fronte all’altro: quindi Saturno non è l’opposto della Luna, così come Plutone non è l’opposto di Marte; potremmo vederli invece come lo stesso pianeta a livelli diversi, e per alcuni potrebbe valere l’equazione “1 giorno = 1 anno” (si veda il periodo di rivoluzione di Luna e Saturno, 27,42 giorni la prima, 29,46 anni il secondo, oppure di Mercurio e Urano, 88 giorni a fronte degli 84 anni).

E però qualcuno, giustamente, potrà obiettare, anche per aggirare la questione Pesci, che non solo la Fascia degli Asteroidi dovrà essere qui considerata, e questo perché il sistema solare, dal 27 ottobre 1977, ha conosciuto un nuovo inquilino, Chirone, piccolo corpo celeste che svolge la sua corsa tra le orbite di Saturno e Urano; di anch’esso si dovrà tenere conto in questa sequenza, così che la tabella di cui sopra dovrà essere riscritta in questo modo (tabella 4):


 
Ariete Sole
Toro Luna
Gemelli Mercurio
Cancro Venere
Leone Marte
Vergine Asteroidi
Bilancia Giove
Scorpione Saturno
Sagittario Chirone
Capricorno Urano
Acquario Nettuno
Pesci Plutone



Anche qui, per apprezzare meglio la dialettica fra i Pianeti, dividiamo il tutto in due colonne (tabella 5).


       
Ariete Sole Bilancia Giove
Toro Luna Scorpione Saturno
Gemelli Mercurio Sagittario Chirone
Cancro Venere Capricorno Urano
Leone Marte Acquario Nettuno
Vergine Asteroidi Pesci Plutone



Visto così, il tutto potrebbe apparire anche perfetto: dodici Segni e dodici corpi celesti, e senza scomodare ipotetiche presenze di pianeti transplutoniani, utilizzando infatti ciò che già c’è. Saremmo quasi tentati di sposare in toto questa lista, che vede anche un accoppiamento assai interessante come quello Venere/Urano, guarda caso gli unici due pianeti che hanno un moto di rotazione retrogrado (senza contare poi che la dea è nata dal mare fecondato dai genitali recisi di Urano).
E però, a parte questo, gli altri non sembrano avere forti assonanze; certamente non l’hanno la coppia Marte/Nettuno, e nemmeno quella Mercurio/Chirone (un pianeta e, come alcuni ritengono Chirone, una cometa o un asteroide oppure un satellite di Saturno o di Urano sfuggito al loro campo gravitazionale), anche se tutti e due, Mercurio e Chirone, mitologicamente parlando, hanno in comune la qualifica di “insegnanti”; per quanto riguarda Plutone in coppia con gli Asteroidi, dobbiamo ammettere che in effetti alcuni astronomi sono propensi a inserire Plutone nella classe degli asteroidi, o considerarlo una gigantesca cometa catturata che sta lentamente evaporando; in più, possiamo dire che del gruppo “asteroidi”, quello più grande, e che per tale virtù può essere visto come rappresentante dell’intero gruppo, è Cerere, che poi sarebbe la greca Demetra, madre di quella Kore-Persefone rapita da Plutone, ciò che farebbe apparire questo abbinamento assai pertinente e da non sottovalutare. Quindi, in un certo senso, questa potrebbe essere una soluzione assai accattivante, anche perché, poi, Chirone pare starci bene in Sagittario, così come Urano in Capricorno (suo domicilio), Nettuno in Acquario (per alcuni luogo della sua esaltazione), e il doppio pianeta Plutone nei doppi Pesci.

Tuttavia, al momento, questo abbinamento non soddisfa appieno, pur riempiendo tutte le caselle, e non soddisfa proprio per quella zoppa dialettica fra i pianeti che si trovano uno di fronte all’altro. Più equilibrata, da questo punto di vista, la sequenza iniziale (tabella 2), così che qui, in attesa di ulteriori verifiche, useremo l’abbinamento esposto nella tabella 3 e di quello tratteremo, abbinamento Segni-Pianeti che può darci alcune informazioni supplementari sia sul simbolismo dei Segni sia su quello planetario. Ripeto: nessun intento di sovvertire i Domicili, pertanto, ad esempio, la Luna è e sarà domiciliata in Cancro, Plutone in Scorpione, tutti insomma al loro posto. Qui desidero solo aprire una finestra su un modo particolare di leggere i pianeti, riscoprendo o esaltando certe loro impensabili caratteristiche.

Alcuni di questi abbinamenti appariranno normali o comunque comprensibili con un piccolo sforzo (ad esempio quelli della prima colonna), altri potranno creare dei problemi (vedi la seconda colonna), altri ancora, e mi riferisco all’asse Vergine/Pesci, incuriosire o lasciare esterrefatti: quel punto interrogativo ai Pesci lascia spazio alle più svariate ipotesi, e in mancanza di appigli certi ognuno ci metterà quel che crede. Un’ipotesi potrebbe essere quella di porre in Vergine CERERE-DEMETRA e in Pesci sua figlia KORE-PERSEFONE, il primo essendo un asteroide esistente, il secondo un oggetto celeste di là da venire. Comunque, quale che sia la scelta, l’asse Vergine/Pesci è l’unico, usando questo sistema, a non essere collegato a pianeti ma a surrogati, il che lo stacca dagli altri rendendolo diverso e misterioso, dandogli un compito, dal punto di vista esoterico o spirituale, molto importante, quasi a rappresentare il punto di passaggio da una realtà a un’altra, così come la Fascia degli Asteroidi divide i pianeti cosiddetti “terrestri” (Mercurio, Venere, Terra, Marte) dai giganti gassosi o pianeti esterni (Giove, Saturno, Urano, Nettuno, Plutone).
Ma vediamo di conoscere meglio questi diversi abbinamenti evidenziando le analogie che si vengono a creare.


SOLE – ARIETE – PRIMA CASA

Si potrebbe dire che il Sole è esaltato in Ariete e avremmo chiuso il discorso. Se l’Ariete, nella sua espressione Cardinale dell’elemento Fuoco, rappresenta la scintilla (mentre il Leone il calore e il Sagittario la luce), il Sole sarà la scintillae Animae Mundi igneae.
Il Sole dà inizio alla sequenza planetaria, così come l’Ariete inizia quella zodiacale. Nel “Mahabharata” il Sole è Aditya, da Adi, cioè il primo nell’ordine, l’inizio, la sorgente. Il Sole nasce e poi muore, è Dio che si sacrifica, l’Agnus Dei, l’agnello immolato. Abbiamo poi Amon-Ra, il dio solare egizio dalla testa di ariete, alcune volte rappresentato da un ariete stesso; per giungere al suo tempio, a Karnak in Egitto, si percorreva un lungo viale ai cui lati stavano delle gigantesche sfingi con testa di ariete.
In un Tema astrale, gli aspetti dinamici al Sole sembrano essere avvertiti in maniera maggiore dai nati in Ariete, e penso alle generazioni Plutone-Cancro (1913-1938), Saturno-Capricorno (1959-1961) oppure alla generazione Plutone-Bilancia (1971-1984).
Quindi il Sole, a prescindere dal fatto che questo è luogo della sua esaltazione, non si può certo dire che sta male in Ariete.


LUNA – TORO – SECONDA CASA

Anche qui, come era per il Sole, potremmo parlare dell’esaltazione tradizionale dell’astro notturno in Toro e avremmo già portato sufficiente acqua al nostro mulino; e però questa “dimostrazione” non rientra in quello che vogliamo esporre, perciò non costruiremo su di essa nessuna “prova a difesa” del nostro ragionamento. Potremmo definirlo un caso, se questo esistesse.
Affidiamoci all’iconografia egizia, tanto per cominciare, a quella dea Hathor le cui prime raffigurazioni la vedono con una testa bovina circondata da stelle, successivamente con in testa le corna della sacra vacca, immagine della Luna, dea a sua volta associata a Iside. Consideriamo che “toro” trae il suo nome da GE, che in sanscrito vuol dire sia “terra” che “toro”; GEnos, in greco, vuol dire “nascita”, “origine”, “razza”; il Toro è poi l’espressione della Forma, e in effetti esso è la Forma, la Terra, e comunque la forma fatta di terra, che vive nella e con la Terra, con la Natura, quindi l’essere umano ad uno stadio “naturale”, e possiamo ritrovare questo, ad esempio, nella figura mitologica di Enkidu. La Luna, poi, si dice, dà la “forma” alle cose, costruisce il corpo (così come Saturno è lo scheletro, la Luna è ciò che di “molle” viene su di esso modellato).

I tre Segni di Terra, nella loro sequenza Cardinale-Fissa-Mobile, possono rappresentare i tre diversi stati (e stadi) evolutivi vissuti dal pianeta Terra: il Capricorno rappresenterebbe la Terra non ancora fecondata, dove la Vita non ha ancora attecchito, la Terra nella sua fase primordiale di pianeta; il Toro la Terra invece già fecondata, quindi la nascita della natura, della vegetazione, degli animali, dell’uomo, seppur il tutto ancora ad uno stadio “primitivo”; la Vergine la Terra lavorata, coltivata, usata, “asservita” alle esigenze dell’uomo (maggiori informazioni nel mio libro “La freccia del Sagittario”). In Babilonia la Luna era divinità del mondo terrestre. Luna come terra, fertilità, natura, alimentazione, quindi. Più per i nati in Toro che per altri Segni, la Luna assume un’importanza decisiva nel rapporto con il proprio corpo, con l’alimentazione. Anche qui diciamo che Luna e Toro sono compatibili tra loro.


MERCURIO – GEMELLI – TERZA CASA

Qui l’associazione Pianeta-Segno appare, ed è, scontata. Quindi poco vi è da dire che già non sia risaputo. Possiamo aggiungere che il Segno dei Gemelli rappresenta, tra le altre cose, le persone giovani; ha poi una “doppia” natura, e tutti i miti a esso collegati vedono scendere in campo sempre delle coppie gemellari (Caino e Abele, Giacobbe e Esaù, Romolo e Remo, Castore e Polluce); da notare che in antico la coppia di bambini raffiguranti il Segno dei Gemelli era di sesso diverso, un bambino e una bambina; Mercurio, a livello di operazione alchemica, rappresenta l’unione tra il “fratello” e la “sorella”.
Alcuni dicono che Mercurio non è sempre stato il pianeta più vicino al Sole, ovvero l’astro ruoterebbe intorno alla nostra stella alla distanza attuale solo da 400 milioni di anni, e che dalla nascita del sistema solare e fino appunto a 400 milioni di anni fa era Venere il pianeta più vicino al Sole; si pensa che Mercurio possa provenire addirittura dall’esterno del sistema, essere quindi un’acquisizione “recente”; altri ritengono che Mercurio fosse in origine un satellite di Venere (il “fratello” e la “sorella”?), e che magari il “bacino di Caloris” su Mercurio, un ampio cratere il cui diametro misura 1.600 chilometri e il cui bordo è formato da montagne alte fino a 2.000 metri e che si è prodotto dall’impatto con un corpo celeste dalle dimensioni di almeno 160 chilometri, possa essere l’impronta dello “schiaffo” che ha spostato Mercurio dalla sua orbita intorno a Venere. Sull’abbinamento Mercurio/Gemelli ovviamente niente da ridire.


VENERE – CANCRO – QUARTA CASA

Da qui in poi l’abbinamento Pianeta-Segno prende strade proprie uscendo dal reticolo dei Domicili e delle Esaltazioni. Venere, secondo la tradizione, non ha nessun aggancio con il lunare Cancro (ma la studiosa Lisa Morpurgo vede in questo Segno la sua esaltazione). Che dire, quindi? Il quarto astro della sequenza planetaria che si inserisce nel quarto Segno della sequenza zodiacale ha sicuramente un suo significato, e senza violentare i simboli (qui come in seguito) vediamo quali analogie possono esserci tra questi due elementi.

Possiamo accennare al fatto che Venere, come la Luna, mostra una serie di fasi, passando da un disco interamente illuminato a un disco quasi nero, oppure a una falce. E che dire del fatto che in quasi tutte le culture Venere e Luna il più delle volte si confondono l’un con l’altra, esprimendo tutte e due valori femminili? È il culto della Grande Madre, la Dea Madre, con immagini che la rappresentavano e che mettevano in risalto, in special modo, la funzione materna della donna. Le famose figurine femminili, fabbricate in osso, avorio o pietra, con il seno grossolanamente esagerato, che si trovano un po’ in tutta Europa e che risalgono a 25-30.000 anni fa, comunemente chiamate “veneri”, sembrano avere avuto il ruolo di promuovere e conservare la vita mediante i segni e i simboli esteriori della fecondità materna.

Se il Segno del Cancro rappresenta la base della vita (e nel simbolo grafico di questo Segno possiamo vedere la doppia elica del DNA in sezione), qui Venere, come dea dell’amore e dell’accoppiamento, rappresenta la sua continuazione. Se la Luna è quindi la “forma naturale” delle cose, Venere è la “bellezza” di questa forma naturale. Il pianeta Venere e il Segno zodiacale del Cancro non sembrano, insieme, stonare.


MARTE – LEONE – QUINTA CASA

L’astro focoso nel focoso Leone effettivamente ci sta tutto, visto che poi è anche in trigonocrazia. Ovviamente nessun astrologo fa menzione di un rapporto Marte/Leone, a parte la Senard quando cita la tipocosmia di Krafft. Eppure Marte, in quanto competizione, agonismo, sport, teatralità, parrebbe ben legarsi a quelle che sono le caratteristiche sia del Segno del Leone sia della Quinta Casa.
L’accostamento Marte/Leone trova poi la sua ragion d’essere se consideriamo che tutti e due questi elementi sono accomunati da termini come forza, entusiasmo, lotta, ma anche egocentrismo, orgoglio, aggressività; certo è che l’aggressività del Leone è diversa da quella dell’Ariete (ove Marte ha il suo domicilio): Rudhyar dice che l’aggressività dell’Ariete è il risultato del suo senso di insicurezza personale, mentre in Leone del suo senso di insicurezza sociale; all’interno di Marte, quindi, checché se ne pensi, esiste l’insicurezza, che ovviamente non è la sua principale prerogativa, ma che certamente ha un peso determinante nello scatenare gli attacchi o nel costruire difese nel tipo “marte”.
A Firenze il “marzocco” (“piccolo Marte”) è un leone che sorregge con una zampa anteriore lo stemma della città. Nei Temi di sportivi, ad esempio, troviamo più spesso un Marte in Leone piuttosto che in Ariete.


ASTEROIDI – VERGINE – SESTA CASA

Dopo Marte e prima di arrivare a Giove, incontriamo la Fascia degli Asteroidi. Dopo il Leone e prima della Bilancia troviamo il Segno della Vergine. L’accostamento Asteroidi/Vergine pare a molti studiosi assai pertinente. Sappiamo che le distanze fra i pianeti seguono un andamento abbastanza regolare (“legge di Titius-Bode”); vi sono ovviamente delle eccezioni, come, ad esempio, quella che riguarda gli Asteroidi: lì, secondo tutte le regole e le leggi proposte per calcolare dette distanze, dovrebbe esserci un pianeta, mentre esiste invece una larga fascia composta di piccoli corpi del diametro di poche centinaia di chilometri, appunto gli Asteroidi, la cui massa totale (rappresentata per lo più da Cerere, l’asteroide più grande) è inferiore a quella della Luna.


La legge di Titius-Bode – Nel 1766 il matematico tedesco Johann Tietz (1729 – 1796, conosciuto con il nome latinizzato Titius), notò che le distanze dei pianeti dal Sole seguivano una curiosa regolarità, e che queste potevano essere espresse mediante la formula (x + 4)/10, dove x è un numero della serie 0, 3, 6, 12, 24, 48, 96, 192…. in cui ogni numero (eccetto il 3) è il doppio del precedente.

In pratica dando 0 a Mercurio, 3 a Venere, 6 alla Terra, 12 a Marte, ecc., e aggiungendo 4 a ognuno di questi numeri e dividendo il risultato per 10, si ottengono le distanze medie approssimative dei pianeti dal Sole espresse in Unità Astronomica. Questa “legge” venne poi divulgata dall’astronomo tedesco Johann Elert Bode (1747 – 1826), così che prese il nome di “legge di Titius-Bode” (tabella 6).


     
0,4 UA = (0 + 4)/10 Mercurio 0,387 UA
0,7 UA = (3 + 4)/10 Venere 0,723 UA
1,0 UA = (6 + 4)/10 Terra 1,000 UA
1,6 UA = (12 + 4)/10 Marte 1,523 UA
2,8 UA = (24 + 4)/10 Asteroidi 2,767 UA
5,2 UA = (48 + 4)/10 Giove 5,202 UA
10,0 UA = (96 + 4)/10 Saturno 9,538 UA
19,6 UA = (192 + 4)/10 Urano 19,181 UA
38,8 UA = (384 + 4)/10 Nettuno 30,057 UA
77,2 UA = (768 + 4)/10 Plutone 39,438 UA
154 UA = (1536 + 4)/10 xxxxxxxxx xxxxx UA



Come vediamo, le distanze medie teoriche dove, secondo la legge di Titius-Bode, dovrebbero esserci dei pianeti, sono incredibilmente confermate. Le uniche eccezioni sono Nettuno e Plutone: infatti la distanza di Nettuno non segue la regola, che invece vale per quella di Plutone (in pratica alla distanza in cui dovrebbe esserci Nettuno ci troviamo Plutone, come se Nettuno non fosse previsto in questa successione numerica teorica). Da notare che questa legge prevedeva un pianeta fra Marte e Giove (a 2,8 UA): al momento della sua dichiarazione (1766) gli Asteroidi non erano ancora stati scoperti, ma quando ciò accadde, questo confermò in pieno la relazione matematica di Titius-Bode, così come ampia conferma l’ebbe con la scoperta di Urano, che venne a trovarsi esattamente dove era stato “pronosticato”.


Ritornando ai nostri Asteroidi, Cerere è stato il primo scoperto (1801, dal sacerdote e astronomo siciliano Giuseppe Pazzi), e ha un diametro di circa 1.000 chilometri; seguirono poi Pallade (scoperto nel 1802 dal medico tedesco Heinrich Olbers; diametro 600 km.), Giunone (scoperto nel 1804 da K. Harding; diametro 250 km.) e Vesta (scoperto nel 1807 da Olbers; diametro 540 km.); questi sono i quattro principali asteroidi; attualmente siamo a più di 3.000 corpi classificati.

Gli Asteroidi andrebbero visti come un tutto unico, organico, e, di peso, posizionati in Vergine. Purtroppo la cosa non è fattibile, dato che a noi occorre un qualcosa che possa essere calcolato e studiato, perciò dovremo far conto su quelli che abbiamo visto essere i principali corpi di questo “sistema”, e in special modo Cerere, Pallade e Vesta (tralascio volutamente Giunone perché non mi sembra legarsi a quelle che sono le caratteristiche del Segno; riprende il nome dalla moglie di Giove, preposta al matrimonio e alle nascite; l’asteroide Giunone governa infatti la maternità, il matrimonio come istituzione, la raffinatezza, la moda, l’ospitalità, ecc.; per queste attribuzioni non ritengo appartenga alla Vergine, avendo più affinità con la Bilancia). Quindi alla Vergine non si abbina un pianeta… ma tre pianetini!

Ma se in Vergine abbiamo questa situazione, cosa avremo in Pesci? Abbiamo prima parlato di “parentela” tra gli astri delle due colonne, non necessariamente di opposizionalità. In Pesci dovremmo trovare un qualcosa di simile agli asteroidi. Può ovviamente essere anche un pianeta, ma in tal caso avrebbe particolari caratteristiche che lo contraddistinguerebbero molto da come noi intendiamo essere un pianeta.

In mancanza di appigli sicuri, e come ipotesi di studio, potremmo abbinare gli Asteroidi all’asse Vergine/Pesci, così anche in Pesci troveremo Cerere, Pallade e Vesta. La “signoria” potrebbe così essere ripartita:

00° – 10° CERERE
10° – 20° PALLADE
20° – 30° VESTA

Attributi degli Asteroidi

CererePrima decade della Vergine (sotto Mercurio) e prima decade dei Pesci (sotto Giove e Nettuno)

Dea del raccolto, raffigurata con una spiga di grano in mano, importantissima per i Romani, subì prestissimo l’estromissione da parte della dea greca Demetra, di cui assunse i caratteri. Governa il lavoro, la vegetazione, gli orti, i giardini, l’alimentazione, i contadini, gli agronomi, i giardinieri, la fitoterapia, il cibo, la dietologia, i ristoranti, la cucina, i cuochi, i camerieri, i veterinari, gli assistenti sociali, gli asili.

L’asse su cui comanda è sotto Mercurio-Giove-Nettuno, che ben esprimono il lavoro dell’uomo sulla natura e i suoi prodotti ai fini alimentari.

Potrebbe diventare l’astro personale di coloro che presentano il Sole o l’Ascendente (o altro pianeta importante) da 0° a 9°59’59” di Vergine o Pesci. Ovviamente questo non vuol dire che chi si trova ad avere questa situazione deve per tale motivo essere un cuoco, un giardiniere o un assistente sociale; tuttavia esprimerà caratteri che ne potrebbero fare potenzialmente un cuoco, un giardiniere o un assistente sociale (o altro simbolicamente affine).


PalladeSeconda decade della Vergine (sotto Marte e Saturno) e seconda decade dei Pesci (sotto Luna e Giove)

È la dea Atena nata dalla testa di Zeus. Nata già armata. Vergine, guerriera, maschile. La Minerva romana, patrona degli artigiani e dei tecnici. La Menerea etrusca, che riprende gli attributi di Atena. Governa le arti e i mestieri, l’industria, i progetti, la strategia, la tecnica, la tessitura, le invenzioni, gli ingegneri, gli architetti, il disegno tecnico, la grafica, gli avvocati, l’efficienza, il cerebralismo, la percezione visiva.

L’asse su cui comanda è sotto Luna-Marte-Giove-Saturno, che ben rappresentano le cose e i concetti che si legano a Pallade.

Potrebbe diventare l’astro personale di coloro che presentano il Sole o l’Ascendente (o altro pianeta importante) da 10° a 19°59’59” di Vergine o Pesci. Ovviamente questo non vuol dire che chi si trova ad avere questa situazione deve per tale motivo essere un avvocato, un ingegnere o un grafico; tuttavia esprimerà caratteri che ne potrebbero fare potenzialmente un avvocato, un ingegnere o un grafico (o altro simbolicamente affine).


VestaTerza decade della Vergine (sotto Luna e Venere) e terza decade dei Pesci (sotto Marte e Plutone)

La dea del focolare e comunque del Fuoco sacro, custodito dalle vergini Vestali, il fuoco sacro dello Stato, che non doveva mai spegnersi. Governa i luoghi di culto, la castità, i voti, la casa, la vita familiare, le cose segrete o da custodire, preservare, lo spionaggio, le associazioni segrete, i clan, le cose clandestine, la difesa del proprio stato, le corporazioni, i sindacati, le caste, il passato, l’araldica, ma anche la polizia, le assicurazioni, gli archivi, gli impianti di riscaldamento.

L’asse su cui comanda è sotto Luna-Venere-Marte-Plutone, che ben rappresentano le cose e i concetti che si legano a Vesta.

Potrebbe diventare l’astro personale di coloro che presentano il Sole o l’Ascendente (o altro pianeta importante) da 20° a 29°59’59” di Vergine o Pesci. Ovviamente questo non vuol dire che chi si trova ad avere questa situazione deve per tale motivo essere un poliziotto, un sindacalista o un archivista; tuttavia esprimerà caratteri che ne potrebbero fare potenzialmente un poliziotto, un sindacalista o un archivista (o altro simbolicamente affine).

I tre asteroidi, visti come resti di un pianeta “sminuzzato” oppure come elementi non amalgamatisi di un pianeta che doveva nascere, sembrano starci bene in Vergine.


GIOVE – BILANCIA – SETTIMA CASA

Giove come giustizia, protettore della legge, tutore degli accordi e delle alleanze. Giove era il garante dell’ordine fra gli dèi e fra gli uomini, arbitro nei conflitti; le sue decisioni erano giuste ed equilibrate. Sua moglie Giunone, poi, proteggeva i matrimoni e le nascite: la coppia regale non dovrebbe quindi uscirne sminuita se l’abbiniamo a questo Segno. Giove è assimilato a Marduk, il grande dio babilonese, il cui nome poteva essere tradotto come “piccolo sole” (il “grande sole” era Samas, appunto il Sole).È Marduk-Giove che, nel mito della creazione babilonese, prende le misure e organizza il mondo. Da notare che Marduk era sposato a Zarpanitu, la dea della procreazione, come Giove con Giunone.


SATURNO – SCORPIONE – OTTAVA CASA

Se consideriamo che siamo partiti dall’Ariete con il Sole, simbolo di Vita, la vita che nasce, non è certo strano arrivare a Saturno, per gli antichi l’ultimo pianeta, il Guardiano della Soglia, il dio con la falce in mano (rassomiglianza con la figura della Morte), situato nell’ottavo Segno dello Zodiaco, dove troviamo appunto la Morte. Sole e Saturno, Vita e Morte, quindi, l’inizio e la fine.

Può anche essere visto così, ma non solo così. Certo pensare a un abbinamento fra Saturno e il Segno dello Scorpione non è cosa che di primo acchito riesce facile, ma il tragitto finora fatto, che appunto ci ha portato dall’Ariete-inizio-nascita allo Scorpione-fine-morte, ci può aiutare a comprenderlo meglio. Ovviamente quando parliamo di fine, di morte, non intendiamo la fine di tutto, ché lo Zodiaco non termina con lo Scorpione!

Saturno, Chronos, Kronos, quindi il Tempo, che è visto in molte mitologie come il Grande Distruttore, la Morte. Saturno è stato accomunato al dio egizio Ptah, “il più antico degli dèi”, raffigurato bendato come una mummia, con le mani fuoriuscenti dalle bende che reggono il Ded, il bastone del comando, simbolo di stabilità, associato alla colonna vertebrale. Statuette di legno raffiguranti il dio Ptah contenevano abitualmente il rotolo su cui erano incise le formule del Libro dei Morti. Esiste poi una comunanza fra Saturno, Ptah e Efesto, il dio del Fuoco, associato al dio romano Vulcano.

Certo parlare di Saturno e collegarlo alla morte o al concetto di morte può sembrare, e sicuramente lo è, riduttivo nei confronti della ricchezza che sta dietro al simbolo; è un ritornare a quello che dicevano gli antichi, che lo consideravano appunto il Grande Malefico, e vista poi la nomea che si porta appresso lo Scorpione, l’accostamento pare anche calzare, anche se, purtroppo, facciamo affidamento sui luoghi comuni.

Eppure molti Scorpioni hanno un che di Saturno, e a seconda dello stadio evolutivo possiamo avere il ribelle o l’ascetico, l’ambizioso o il modesto, il pauroso o l’impavido; possiamo anche avere e l’uno e l’altro, comunque. Ma lo Scorpione, si dirà, non è solo legato al tema della “morte”, c’è anche quello del “sesso”, e se Saturno può andar bene per il primo tema, per il secondo vengono fuori delle riserve, visto che Saturno è negazione o inibizione della sessualità, al contrario dello Scorpione che molti vedono “vestito” di sesso e basta.

E però lo Scorpione non è solo sesso, e comunque non è per forza di cose sessualità tranquilla, mai. Nello Scorpione c’è la paura della castrazione, e il sesso e la sessualità diventano i punti in cui si concentrano le sue paure, le sue angosce o i suoi riscatti. Kronos-Saturno evira il padre Urano, e con quel gesto riscatta i propri fratelli mandati nel Tartaro, ma a sua volta, livido di gelosia, paura e possessività, si comporterà come suo padre, subendo poi la temuta detronizzazione da parte di suo figlio Giove.

Interessante notare che presso i Dogon, popolazione dell’Africa occidentale, lo Scorpione è il simbolo del rito castratorio dell’ablazione della clitoride nelle fanciulle.
Per i Filosofi Ermetici Saturno è il colore nero, quello della materia putrefatta.
Ma Saturno è anche il dio festeggiato nei Saturnalia, le feste popolari celebrate a Roma in cui si dava libero corso a festeggiamenti il più delle volte licenziosi, in cui l’ordine sociale era rovesciato e gli schiavi venivano serviti dai padroni. Mi rendo conto che sentir parlare di Saturno abbinato allo Scorpione a molti sembrerà assurdo, forzato, ma lo è anche perché solitamente, quando pensiamo allo Scorpione (o a qualsiasi altro Segno) pensiamo subito all’amico o al conoscente di quel Segno, cioè trasportiamo un simbolo, un archetipo, su una persona conosciuta che, pur appartenendo a un Segno, non potrà mai dirsi totalmente di quel Segno, e comunque una cosa è il Segno in sé preso nella sua totalità, un’altra la sua espressione filtrata dal Sole ed eventualmente da qualche altro pianeta. Questo vale anche per tutti gli altri abbinamenti.


URANO – SAGITTARIO – NONA CASA

Così come pensavamo che dopo Saturno non vi erano più altri pianeti, così possiamo pensare che dopo la morte non c’è niente. Ma dopo lo Scorpione abbiamo il Sagittario, e dopo Saturno abbiamo scoperto Urano.
Se nello Scorpione vediamo la morte del corpo, in Sagittario assistiamo allo staccarsi dell’anima dal corpo, quindi l’inizio del suo viaggio per la nuova incarnazione che avverrà di nuovo in Ariete dopo essere passata attraverso le “fasi” del Capricorno (la salita al cospetto di Dio), dell’Acquario (unendosi al gruppo degli spiriti-guida, degli angeli) e dei Pesci (vero momento dell’incarnazione ed entrata nell’acqua-liquido amniotico).
Nella dialettica Cardinale-Fissa-Mobile dei Segni di Fuoco (legati allo Spirito Creatore), l’Ariete rappresenta la nascita di questo Spirito, il Leone la sua presa di coscienza come Essere Creatore, quindi la Forma dello Spirito, il Sagittario la fase prettamente creativa, cioè l’Espressione dello Spirito pronto così a creare la Vita. Ariete-Scintilla, Leone-Calore, Sagittario-Luce. Urano è Lucifero, il “portatore di Luce”.

In Fenicia il dio Ur era dio della luce. La parola Urano contiene la radice UR, che indica il fuoco, in questo caso il Fuoco che genera. Nel Sagittario (Segno di Fuoco e di Luce) possiamo (anche nel glifo del Segno) vedere la cometa, la saetta, il lampo divino (Urano) che penetrando in un tessuto (pianeta) dormiente ne attiva i processi vitali. Dal Cielo (Ouranos) arriva la vita, le comete sono i messaggeri di vita, gli “spermatozoi” del cosmo preposti all’inseminazione dell’uovo-pianeta.

Urano è legato al Magnesio, un minerale di cui si parla poco ma che può essere considerato come il primo anello della vita sulla Terra: è il Magnesio che consente alle piante di respirare, cioè di trattenere l’ossigeno dell’aria; è un minerale reattivo, brucia fortemente all’aria emanando una luce bianca e brillante (è usato nei fuochi d’artificio e nei flash fotografici); il Magnesio è essenziale per la normale attività del sistema nervoso e muscolare (Sagittario).

Si dice che Urano è un Mercurio più geniale; Mercurio si abbina ai Gemelli, e infatti Urano al Sagittario, e abbiamo detto che i pianeti che si trovano uno di fronte all’altro non sono l’uno l’opposto dell’altro ma lo stesso pianeta a livelli diversi. Urano è Luce Ideale, Luce Intellettuale (Alan Leo), perciò ben si lega, con Mercurio, all’asse Tre/Nove. Nei nati Sagittario, o in chi ha questo Segno all’Ascendente, Urano acquista un particolare rilievo, vuoi per posizione natale che per transito.


NETTUNO – CAPRICORNO – DECIMA CASA

Certo è che a prima vista non sembrano esserci punti di contatto fra questi due principi, eppure, se li consideriamo da un’altra angolazione, e magari andiamo indietro nel tempo a ritrovare i loro significati originali, lo scenario cambia e non di poco.
D’altronde, quand’anche considerassimo Nettuno nella sua sola accezione di elemento legato alla spiritualità, alla religiosità, al misticismo, alla trascendenza, allo staccarsi e allontanarsi dal mondo materiale per ritirarsi in meditazione, potremmo ben collegarlo all’ascetico e, checché se ne pensi, mistico Segno del Capricorno, di cui uno dei simboli, la grotta, ha visto nascere nientemeno che il “Figlio del carpentiere” o “del falegname” (Gesù). Vorrei far notare, en passant, come uno dei nomi babilonesi del Cancro, Segno opposto al Capricorno, fosse curiosamente Nagaru, “carpentiere”. Quindi, ricapitolando, in Cancro abbiamo il “carpentiere” (cioè colui che costruisce lo scafo della nave), in Capricorno il “Figlio del carpentiere”. Già questo ci parla di un asse che in qualche modo ha a che fare con il costruire un qualcosa che serve da mezzo di locomozione, o riparo, oppure dimora, vuoi esso una barca (o un’arca) o, per estensione, una casa.

Ma torniamo al nostro Nettuno. Anche da un punto di vista etimologico troviamo agganci con la terra: Nettuno-Poseidone, o Poteidan in lingua dorica, vuol dire “sposo della dea Dâ”, cioè di Demetra, qui intesa come “Terra”. Anche, veniva chiamato Gaiaochos, che vuol dire “colui che tiene la Terra”. Governava i terremoti, da cui il nome Enosigaios, “colui che scuote la terra”. Ciò presuppone uno stretto legame con la terraferma. Gli erano sacri la pecora e il cavallo, animali terrestri. Quando nacque, affinché non finisse tra le fauci di suo padre Saturno, la madre lo nascose in un gregge di pecore presso la sorgente Arne, la sorgente della pecora. A Poseidone venivano resi onori sia sulla costa che nell’entroterra. Presso i Sumeri era il dio Enki (“Signore del Territorio” o “Signore della Terra”: En = Signore, ki = Terra), personificazione dell’abisso primordiale (Apsu), del sottosuolo e delle acque sotterranee, e in seguito, per estensione, anche del mare e dei fiumi. Non solo: significativa, e per certi versi imbarazzante, appare poi la raffigurazione di questo dio presso i Sumeri: rappresentato nientemeno che da un montone dalla coda di pesce! Era poi considerato il patrono degli architetti, ma anche dei fabbri, degli intagliatori di pietre, degli orefici, dei giardinieri e degli agricoltori, oltre ovviamente dei pescatori e dei naviganti.

La sua prima dimora, in cielo, era presso il tropico del Capricorno, la seconda sulla “Stella Gigante”, una pulsar della Costellazione della Vela indicata oggi con la sigla PSR 0833-45 (vale a dire 8h 33m A.R. – 45° declinazione Sud), prodotto dell’esplosione di una supernova avvenuta diecimila anni fa il cui residuo è oggi la Nebulosa Gum, la più grande che si conosca nella Galassia e che si estende per 50° attraverso intere costellazioni australi come la Vela e la Poppa, costellazioni che facevano parte della grande Costellazione della Nave di Argo (prima che venisse frazionata in epoca moderna in tre costellazioni separate: la Carena, la Vela, la Poppa), le cui stelle, secondo Tolomeo, hanno natura principalmente di Saturno e inducono all’alcolismo e a incidenti connessi all’acqua o ai corsi d’acqua (Robson).

Altri danno come dimora celeste del Nettuno sumero la stella Canopo (l’alfa della Costellazione della Carena, seconda stella per luminosità dopo Sirio) situata nei pressi del Polo Sud dell’eclittica, stessa stella, guarda caso, ove secondo vari miti avrebbe preso dimora anche il sovrano decaduto dell’Età dell’Oro, vale a dire Saturno. Enki-Nettuno, poi, come Saturno, era il “signore delle misure”, e addirittura veniva considerato il costruttore, quindi l’architetto e successivamente il patrono, della prima città in assoluto, Eridu, la prima città-tempio, il primo insediamento urbano umano. Anche, nel mito sumero del diluvio, fu lui a dare a Utnapistim (il Noè sumero) le coordinate per costruire l’arca (ricordate “il carpentiere”?).

Come vediamo, l’originale raffigurazione di Enki (passato nel mondo ellenico come Poseidone e in quello latino come Nettuno), non era solo marina ma anche terrestre.
Certo è che la sua personificazione in terra sumera come montone dalla coda di pesce, il suo patronato sugli architetti e il fatto che sia stato il costruttore quindi l’inventore, se così posso dire, della prima città, desta una certa curiosità, tale che mi sono preso la briga di controllare alcuni Temi Natali di architetti e ingegneri, controllando in special modo la posizione di Nettuno e i suoi aspetti.
Ebbene, gli aspetti più frequenti sono con il Sole (61%), seguiti da quelli con Marte (50%). Questo dato sembra trovare una “conferma” anche nel mito: Poseidone/Nettuno fu l’unico dio, insieme ad Apollo (il Sole!), incaricato di costruire le mura della città di Troia.
Ma se ha un patronato sugli architetti, dovrebbe averlo anche sulle opere architettoniche. Ho controllato la posizione e gli aspetti di Enki-Poseidone-Nettuno nei Temi di fondazione (mancanti purtroppo dell’ora) di alcune chiese e palazzi della mia città (Firenze) .
Qui abbiamo una nettissima preponderanza di Nettuno in aspetto alla Luna (quasi il 90%!), astro che guarda caso ha a che fare proprio con la “forma delle cose” (d’altronde, si dice, è la Luna che modella quindi “dà la forma” al corpo).

In conclusione, nei Temi di architetti troviamo una preponderanza di aspetti (qualsiasi aspetto) Nettuno/Sole (il Sole come idea, progetto) mentre nelle opere architettoniche una preponderanza di aspetti (qualsiasi aspetto) Nettuno/Luna (la Luna come corpo, materia, espressione o realizzazione dell’idea, del progetto).
Ma se Enki-Nettuno era il dio quindi il patrono delle città, ancor più dovremmo apprezzarne la posizione in questo genere di Temi, e magari trovare anche qui una netta preponderanza di aspetti Nettuno/Luna; purtroppo non è facile avere a portata di mano i Temi di fondazione delle città, tuttavia, anche solo per curiosità, nella carta del cielo (ipotetica?) della città di Roma (non certo una città qualsiasi!), troviamo, “guarda caso”, Nettuno in perfetta opposizione alla Luna!

Ecco che il dio del mare esce dagli abissi marini e si presenta a noi rivendicando un suo antico patronato anche su questioni o cose materiali, in special modo riguardanti la casa e comunque l’ambiente (privato, ma più che altro collettivo) in cui è inserito l’uomo (non è stato lui a costruire la prima città, il primo insediamento urbano umano?).


PLUTONE – ACQUARIO – UNDICESIMA CASA

Mi rendo conto che, anche e soprattutto qui, i miti dell’uno poco o nulla hanno a che vedere con i miti dell’altro, quindi appare pressoché impossibile delineare un seppur tenue legame fra questi due principi. D’altronde uno ha a che fare con la “morte”, mentre l’altro è “Acqua di Vita versata agli assetati”: più lontani di così! E però…
Plutone ha affinità con il greco Ades, a sua volta derivato da un antico dio (Aides, Aidoneus, Ais) che altri non era che l’aspetto oscuro (i Greci spesso chiamavano Ades con il nome di Zeus Katachthonios, cioè “Zeus d’Oltretomba”) di un dio luminoso, solare, un “sole di mezzanotte” potremmo dire, come in effetti è visto il luogo (l’Acquario) che sta di fronte al Leone (sede naturale del Sole): il sole di mezzanotte che va a portare una luce di resurrezione negli Inferi.

Consideriamo poi che Plutone-Ade sembra avere un “progenitore” nel dio assiro Adad, o Hadad, o Adar, dio del temporale che distrugge o che fa nascere le piante, doppia natura di “vita-morte” cui partecipa anche il nostro Ade-Plutone; pare avere agganci anche con il dio hurrita Tesub, anch’egli dio della tempesta, e con il dio ugaritico Baal, dio della Fertilità e della Fecondità, ma anche con il babilonese Nergal, dio delle violente perturbazioni atmosferiche. Si dice poi che le origini mitiche dell’Acquario risiedano nell’India vedica, dove l’uomo che versa l’acqua veniva da alcuni associato a Trita Aptia, un dio minore che, “emigrando” in occidente, si trasformò in Tritone, “il dio barbuto dagli arti inferiori a forma di doppia coda di pesce, che teneva in mano la conchiglia ritorta al cui suono si scatenavano o si placavano le tempeste”.

Sappiamo poi che uno dei nomi di Plutone era Eubuleus o Eubulos “il buon consigliere”, ciò che parrebbe accostarlo alle caratteristiche dell’Acquario e dell’Undicesima Casa, ove troviamo gli amici e i consiglieri. L’Acquario viene raffigurato da un uomo che versa dell’acqua da un vaso: in Egitto, fra gli arredi funebri, vi erano i “vasi canopi”, recipienti che contenevano alcune viscere del defunto: in molte raffigurazioni vediamo da questi vasi scaturire dell’acqua, e gli egizi dicevano che essa era acqua di vita, ché dalla morte poi rinasce la vita. Viene poi detto che nel regno di Ade vi sono due sorgenti: una si trova alla sinistra della Casa di Ade, accanto a un cipresso bianco, e da essa esce l’acqua di morte destinata a chi lì deve rimanere; l’altra si trova presso il Lago del Ricordo, e da essa esce acqua fresca (acqua di vita) permessa a coloro che sono destinati alla rinascita. Anche altre culture trattano di questo: nei miti assiro-babilonesi troviamo l’Aralu, il regno dei morti, la cui prima porta di entrata poggia su una sorgente che ridona la vita a chi vi si bagni o ne beva. Questo delle due sorgenti richiama l’ideogramma dell’Acquario, composto dal simbolo egiziano per “acqua” ripetuto due volte, e ben si collega al fatto che l’acqua che esce dall’anfora dell’Acquario si diparte in due rivoli. Plutone-Ade non era né malvagio né ingiusto, semplicemente era il dio dell’aldilà: il suo regno comprendeva la Prateria degli Asfodeli, dove dimoravano coloro che in vita non erano stati né malvagi né virtuosi; il Tartaro, dove invece finivano i malvagi; i Campi Elisi, luogo di dimora dei virtuosi.

Certamente è il dio dei morti, il suo è un regno di anime, di ombre e di spiriti, non di uomini, e l’Acquario è rappresentato sì da un uomo che versa acqua da un’anfora, ma in alcuni zodiaci da un Angelo, cioè da un essere umano diventato spirito, a significare, come dicevamo, la condizione in cui si trova l’anima nel suo viaggio post-mortem. Altrettanto certo è che l’Acquario non è Segno di morte né ha nulla a che spartire con il concetto di morte, però abbiamo notato che il tema della “morte”, in tutti i suoi significati, trova un’inaspettata importanza nei Temi di acquariani, e ciò forse perché “[…] questo segno d’aria a risonanza acquatica, simboleggia l’ingresso della persona a uno stadio superiore, a una partecipazione universale. Questo fluido originario dissolve l’io in un’ “acqua-aria” primordiale, in un abbandono totale, simile alla morte mistica degli illuminati […]”.

E cosa dire poi del fatto che molti nativi Acquario (o coloro che in esso vi hanno l’Ascendente o il Vertex) spesso esprimono caratteristiche che potrebbero benissimo essere ascritte al tipo Plutone, in special modo per quanto riguarda un certo comportamento o “mentalita” sessuale, ovvero infantilità e freddezza rotta ogni tanto da rapide, trasgressive e talvolta violente incursioni nel mondo dei sensi (vedi il ratto di Persefone)? Comunque il Plutone acquariano non necessariamente deve essere vestito di panni “mortiferi”, preferendo acconciarsi più con elementi trasgressivi, contraddittori, freddi, furtivi, ambivalenti, subdoli, infantili. Vi invito pertanto a osservare d’ora in poi il Tema di un Acquario con un occhio di riguardo a Plutone: farete delle interessanti scoperte e vi accorgerete che questo pianeta, più che per i nati Scorpione, ha un suo non indifferente peso nelle dinamiche sia psicologiche sia karmico-evolutive degli Acquario.


??? – PESCI – DODICESIMA CASA

Dovrebbe qui riflettersi la tripartizione vista nel Segno opposto della Vergine, con i tre asteroidi preposti alla signoria anche delle tre Decadi del Segno dei Pesci. Certamente questa soluzione non soddisfa: ben più ampio è il significato di questo Segno, tale che risulta una bestemmia restringerlo e costringerlo a essere rappresentato da corpi celesti presi in prestito o in affitto dal suo dirimpettaio. Tuttavia è significativo il fatto che l’asse Vergine/Pesci si trovi qui a essere legato non a due normali pianeti ma a qualcosa che, o c’era e si è frantumato o, più probabilmente, non ha fatto in tempo a condensarsi in un pianeta “normale”, quindi a qualcosa di particolare, come in effetti è particolare questo asse che ho sempre sentito come diverso, misterioso, come un punto di passaggio (una specie di “Stargate”) da una dimensione a un’altra. D’altronde anche sullo Zodiaco questi due Segni (e le Case analoghe) sono il confine, uno (Pesci/Dodicesima Casa) con l’inizio dello Zodiaco e del percorso delle Case notturne (Ariete/Prima Casa), l’altro (Vergine/Sesta Casa) con il punto medio dello Zodiaco e del percorso delle Case diurne (Bilancia/Settima Casa). Che dire poi del fatto che la divinità (Cristo, ma non solo) predilige nascere da una vergine? Certo è che l’Era dei Pesci sta finendo, quindi finisce un mondo, un’epoca, e magari la nuova divinità preferirà nascere da un “leone”. Ma questo è un altro discorso.


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