L’Accademia della Crusca

L’Accademia della Crusca
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L’Accademia della Crusca, punto di riferimento per le ricerche sulla lingua italiana, venne fondata a Firenze il 25 gennaio 1583, o meglio, quel giorno vennero gettate le basi delle leggi e degli statuti del sodalizio, mentre la cerimonia inaugurale avvenne il 25 marzo 1585, primo dell’anno fiorentino.

Sorse grazie all’iniziativa di alcuni letterati fiorentini: Giovan Battista Deti (il Sollo), Anton Francesco Grazzini (il Lasca), Bernardo Canigiani (il Gramolato), Bastiano de’ Rossi (l’Inferigno), Lionardo Salviati (l’Infarinato), quest’ultimo in special modo dando un notevole contributo alla caratterizzazione del sodalizio che nacque come centro per lo studio e la conservazione della lingua italiana; anzi, lo scopo era quello di separare il “fior di farina”, cioè la buona lingua fiorentina, dalla “crusca” (le animate discussioni erano da loro chiamate “cruscate”): il simbolo dell’Accademia è infatti il “frullone” (adottato nel 1590), un macchinario che serve appunto a separare la farina dalla crusca. Il motto dell’Accademia era ed è la frase petrarchesca “Il più bel fior ne coglie”.

Come notiamo ogni Accademico si dava un soprannome che doveva avere attinenza col ciclo della vita del grano, della farina, del pane; doveva poi dotarsi di una “impresa”, uno stemma, nel caso una pala in legno con dipinto il suo nome, un’immagine e un motto che dovevano rappresentare «l’“intenzione” e l’attitudine dell’Accademico rispetto al progetto complessivo dell’Accademia»; tali emblebi sono oggi custoditi nella Sala delle Pale all’interno dell’Accademia (vedi l’immagine sopra); così, ad esempio, Bernardo Canigiani (1524-1604), diplomatico e senatore fiorentino, prese nome “il Gramolato” dalla “gramola a mano”, uno strumento che serve per rendere omogeneo l’impasto di farina, «metafora del lavoro da fare sulla lingua per renderla pura».

Nel 1590 iniziarono i lavori per la stesura del vocabolario della lingua italiana, stampato poi a Venezia nel 1612 e ripubblicato più volte fino al 1923. Oggi è realizzato dall’Opera del Vocabolario Italiano, istituto del CNR affiancato all’Accademia.

Nel 1783 l’Accademia venne sciolta su iniziativa del granduca Pietro Leopoldo e inglobata nell’Accademia Fiorentina. Risorse il 19 gennaio 1811 grazie a un decreto di Napoleone.

Tra i suoi membri figurano i nomi più eccellenti della cultura e della scienza, da Galileo Galilei a Giacomo Leopardi, da Evangelista Torricelli a Alessandro Manzoni, da Giosuè Carducci a Voltaire.

Il Tema della cerimonia inaugurale (25 marzo 1585, l’ora è sconosciuta) vede il Sole in Ariete congiunto a Saturno e Plutone, Mercurio in Pesci in sestile a Venere e in quinconce a Marte; in special modo quest’ultimo aspetto ci dice come le discussioni fra gli Accademici fossero oltremodo animate; non solo: il contatto Mercurio-Marte lo si vede anche nei convivi degli Accademici, chiamati “Stravizzi”, indetti alla scadenza del mandato dei Magistrati dell’Accademia:

Annualmente, in occasione della scadenza delle nomine dei magistrati, veniva indetto dagli accademici uno stravizzo, convito in cui veniva letta la cicalata, orazione in burla su un argomento di poco conto, e si potevano muovere “accuse” contro i magistrati del seggio scaduto [1].

L’Accademia è tuttora esistente. La sua sede è nella Villa Medicea di Castello a Firenze (vedi sito).


[1] La citazione e le frasi dentro le virgolette ‘a sergente’ sono tratte dal sito dell’Accademia.

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