Guelfi e Ghibellini: 1216-2016

Guelfi e Ghibellini: 1216-2016
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Gennaio 1216. Campi Bisenzio, alle porte di Firenze. Al castello della nobile famiglia dei Mazzinghi (arrivati in Toscana secoli prima insieme alle truppe di Carlo Magno) si stava svolgendo una grande festa per l’avvenuta investitura a cavaliere di Mazzingo Tegrimi; erano presenti alcune fra le più importanti famiglie fiorentine: gli Amidei, i Buondelmonti, i Fifanti, i Lamberti, gli Uberti.

All’improvviso l’aria di festa fu spazzata via da una violenta rissa che scoppiò fra alcuni membri dei Buondelmonti e dei Fifanti: si racconta che un buffone, un giullare, per scherzo, tolse un piatto colmo di carne da sotto il naso di Buondelmonte dei Buondelmonti e di Uberto degli Infangati; il primo si offese molto, e venne preso in giro da Oddo Arrighi dei Fifanti; subito Buondelmonte si gettò su Oddo e i due si accapigliarono, vennero alle mani; alla rissa si aggiunsero poi anche gli altri commensali; purtroppo spuntò anche un coltello e fu con quello che Buondelmonte ferì al braccio Oddo.

L’incidente avrebbe avuto gravi ripercussioni anche politiche se non fosse intervenuta, come mediatrice fra le due parti, la potente e temuta famiglia degli Uberti la quale il giorno dopo convocò una riunione di tutte le famiglie presenti alla festa; essa propose, per mettere tutto a tacere, che Buondelmonte dei Buondelmonti sposasse la figlia di Lambertuccio Amidei, che poi era la nipote di Oddo Arrighi dei Fifanti. Pur di sottrarsi all’ira dei Fifanti Buondelmonte accettò e, davanti a un notaio, firmò che avrebbe sposato la ragazza pena il pagamento di una cospicua somma.

Una volta però passata la paura la promessa entrò nel dimenticatoio, anzi, Buondelmonte, siccome era innamorato della figlia di Forese Donati, forte anche dell’appoggio di questa famiglia che avrebbe poi pensato a pagare la penale agli Amidei decise di sposarsi con questa venendo meno alla promessa fatta.

La mattina dell’11 febbraio 1216, alla chiesa di Santo Stefano in Ponte a Firenze, la povera figlia di Lambertuccio Amidei aspettò invano il suo promesso fidanzato. Ciò ovviamente offese l’onore degli Amidei e dei Fifanti e fece scattare l’inesorabile vendetta che fu messa in atto, con l’alleanza degli Uberti e dei Lamberti, la mattina del 10 aprile 1216, giorno di Pasqua e giorno delle nozze dello spergiuro Buondelmonte con la Donati: questi, mentre tutto agghindato a festa si stava avviando alle case dei Donati suoi futuri suoceri, appena ebbe superato il ponte sull’Arno (oggi Ponte Vecchio) venne accerchiato in piazzetta del Pesce, proprio accanto alla statua di Marte, da Lambertuccio degli Amidei e da Mosca dei Lamberti che lo apostrofarono violentemente, mentre alle sue spalle Schiatta degli Uberti, con un bastone, lo colpì alla testa gettandolo a terra; lì, inerme, venne pugnalato a morte da Oddo Arrighi dei Fifanti: il vestito di raso bianco, la ghirlanda di fiori che aveva in capo, il selciato, tutto si bagnò del sangue di colui che promise e non mantenne.

Questo fatto acuì oltre misura le inimicizie che già esistevano tra le varie famiglie fiorentine, inimicizie che

[…] si polarizzarono e si razionalizzarono in un articolato ma implacabile sistema binario. Da una parte gli Uberti, i Lamberti, gli Amidei, le case dei quali erano tutte nel settore dell’antico centro cittadino compreso fra Ponte Vecchio e l’attuale piazza della Signoria, che sorgeva cioè attorno alla chiesa di Santo Stefano in Ponte; dall’altra i Buondelmonti, i Pazzi, i Donati, la cui area di gravitazione urbana era piuttosto fra le attuali via del Corso e Porta San Piero [1]

Si disse che fu l’autorità della famiglia degli Uberti ad esasperare i contenuti di quel duplice schieramento facendolo addirittura uscire dalle mura fiorentine: gli Uberti erano fedeli all’impero di Svevia, il cui grido di battaglia era Waiblingen! (derivato dal nome di uno dei castelli culla di origine della Casa Sveva, situato nell’attuale regione del Baden-Württemberg), e perciò chiamarono il loro partito, seguendo l’assonanza fonetica con quel grido di guerra, ghibellino; a tale partito si contrappose ovviamente quello formato dalle famiglie dei Buondelmonti, dei Donati, dei Pazzi, i quali furono quasi obbligati a chiamare il loro schieramento con il nome di guelfo, nome anche questo creato utilizzando l’assonanza fonetica con Welfen, che altro non era che il nome della casata dei duchi di Baviera tradizionalmente rivali di quelli di Svevia.

Il gioco era fatto: nacquero così, in quella mattina di Pasqua del 1216, i Guelfi e i Ghibellini che tanta parte ebbero nella storia di Firenze e non solo.

E questa morte di messere Bondelmonte fu la cagione e cominciamento delle maledette parti guelfe e ghibelline in Firenze […]”. [2]

Guelfi_Ghibellini

Ed ecco il Tema astrale stilato per quella mattina di Pasqua del 1216, momento in cui possiamo porre la nascita delle due fazioni. Purtroppo non sappiamo l’ora in cui avvenne l’aggressione, anche se le cronache citano la mattina. Noi qui abbiamo scelto le 8.20, ora locale, basandoci sia su alcune supposizioni (si può pensare che se Buondelmonte se ne stava andando alla casa dei Donati per sposarsi non fosse poi molto tardi, diciamo fra le 8 e le 10) sia sul significato che ogni grado dello zodiaco ha in astrologia.

In un evento del genere, poi, Marte, dio della guerra e simbolo di aggressività, dovrebbe quanto meno trovarsi in una posizione importante, ad esempio, perché no, pronto a sorgere all’orizzonte (non dimentichiamo poi il luogo in cui avvenne l’aggressione, sotto la colonna che reggeva la statua del dio Marte): per ottenere ciò dovremmo avere o un Ascendente agli ultimi gradi del Segno dei Gemelli o ai primi del Segno del Cancro.
Ebbene, fra i gradi compresi in questo arco di Zodiaco ve n’è uno, il ventiseiesimo dei Gemelli (che sorge appunto alle 8.20 e che per le ragioni che seguono abbiamo scelto come grado ascendente), che recita così: “Un gruppo di uomini, armati di bastoni, litigano in mezzo ad una piazza. Grado di discordia irragionevole”: immagine migliore non poteva esserci. Il fatto poi dell’Ascendente in Gemelli, Segno doppio, ci fa vedere le due fazioni in lotta, con Marte appena sorto.

Da notare la concentrazione planetaria nel Segno dell’Ariete, Segno che, guarda caso, la tradizione vuole legato a Firenze. Vediamo poi un aspetto che riteniamo essere veramente interessante: un’opposizione fra Giove e Saturno; diciamo interessante perché potremmo prendere Giove come pianeta-simbolo della parte guelfa e Saturno come pianeta-simbolo della fazione ghibellina: Giove, in astrologia, è legato al commercio, alle banche, al denaro, alla Chiesa, mentre Saturno si lega al potere temporale, alla salvaguardia di vecchi privilegi, al potere politico tout court. Da notare altresì Giove-guelfi congiunto a Mercurio e Saturno-ghibellini congiunto a Urano. Per quanto riguarda le Parti Arabe abbiamo: la Parte di Morte a 00° 19’ Bilancia, in esatta opposizione a Mercurio signore dell’Ascendente; la Parte dei Fratelli a 22° 31’ Sagittario, opposta a Marte e all’Ascendente.


[1] Franco Cardini, Breve storia di Firenze, Pacini, Ospedaletto, Pisa 1991 (I rist.), pag. 46.
[2] Giovanni Villani, Nuova Cronica, VI, 38.

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