Il calcolo delle Parti

Il calcolo delle Parti
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La questione su quale deve essere il metodo da usare per calcolare correttamente le Parti è stata nei tempi oltre modo dibattuta, venendosi così a creare varie “scuole di pensiero”. Facciamo un esempio con la Parte di Fortuna.

Questa si trova contando la distanza longitudinale che in un Tema separa il Sole dalla Luna, aggiungendo poi tale distanza all’Ascendente, cioè contiamo quanti gradi separano il Sole dalla Luna (seguendo l’ordine dei Segni, contando cioè in senso antiorario) e il risultato lo sommiamo all’Ascendente (sempre seguendo l’ordine dei Segni): il punto in cui questo computo arriva, lì noi avremo la Parte di Fortuna.
Questo procedimento è anche quello esposto da Claudio Tolomeo:

Il Punto di Fortuna viene calcolato sempre, sia per le nascite diurne che notturne, sulla distanza angolare dal Sole alla Luna; tale distanza va riportata sulla circonferenza, nel senso dei segni zodiacali a partire dall’Ascendente […] ( Tetrabiblos , III, 11).

Ebbene, fra le tante regole che stavano alla base dell’interpretazione di un Tema vi era anche quella che considerava se una nascita era diurna o notturna, cosa molto semplice da appurare perché se il Sole si trova in I, 2ª, 3ª, IV, 5ª e 6ª Casa la nascita è notturna, mentre è diurna se il Sole lo troviamo in VII, 8ª, 9ª, X, 11ª e 12ª Casa. Su questa distinzione, che metteva in campo tutto il peso che aveva il concetto di “luce” nella vita degli antichi, si basava molto dell’interpretazione astrologica. Tale concetto, da alcuni, venne applicato anche al computo per trovare la Parte di Fortuna e conseguentemente impiegato anche su altre Parti Arabe. Dice al-Bīrūnī:

Questo [cioè il metodo che non tiene conto se la nascita è diurna o notturna, n.d.a.] è il metodo del calcolo della sorte di fortuna assunto da Tolomeo ed egli non lo alterò mai. Altri, nondimeno, seguono questo procedimento nelle natività diurne, mentre in quelle notturne pongono la Luna al primo luogo, il Sole al secondo, il grado levante al terzo. Da qui sorgono necessariamente molti dissensi (al-Biruni, L’arte dell’astrologia , p. 94).

Inutile dire che questi “dissensi” corrono ancora oggi.
Seguendo tale concetto, ad esempio, la Parte di Fortuna calcolata come abbiamo esposto sopra avrebbe subito una sostanziale variazione nel caso la nascita fosse stata notturna: non più la distanza dal Sole (astro diurno) alla Luna (astro notturno) avrebbe preso l’astrologo seguace del computo giorno/notte, ma quella fra la Luna e il Sole, ovvero avrebbe fatto partire il conteggio della distanza dal pianeta notturno, la Luna (sempre ovviamente seguendo l’ordine dei Segni). Infatti veniva sostenuto che se la nascita era notturna si doveva partire, per il computo della Parte (e non solo di quella di Fortuna), dal pianeta notturno, mentre per una nascita diurna dal pianeta diurno. In astrologia i pianeti considerati notturni sono Luna, Venere e Marte; quelli diurni Sole, Giove e Saturno; Mercurio è neutro, ovvero partecipa (come dice Tolomeo) dell’una e dell’altra condizione, essendo considerato diurno quando è orientale e notturno quando è occidentale.
In tal modo, ovviamente, avremo due formule per una stessa Parte: una valida per nascita diurna, l’altra per nascita notturna; i pianeti rimangono gli stessi ma nel primo caso, prendendo come esempio la Parte di Fortuna, verrà posizionato sull’Ascendente il pianeta diurno (Sole) e lanciato quello notturno (Luna), nel secondo avremo invece l’astro notturno sull’Ascendente e proiettato quello diurno. Le figure qui sotto faciliteranno la comprensione di quanto ora detto.

Certamente questo tipo di computo aveva una sua logica: il dare molta più importanza al pianeta che per le sue caratteristiche meglio si legava al momento (diurno o notturno) della nascita, importanza che appunto gli veniva conferita facendo iniziare da lui il conteggio per il calcolo della Parte, rientrava nel più vasto concetto di “luce/buio”, “bene/male”, “maschile/femminile”, dando anche una connotazione positiva al giorno (sole, luce, vita) e negativa alla notte (luna, buio, morte): non a caso, infatti, con questo tipo di computo, in un Tema diurno la Parte di Fortuna si muove secondo l’ordine dei Segni, cioè in un senso “naturale”, come d’altronde fanno tutti gli altri pianeti, mentre in un Tema notturno essa si muove di moto retrogrado, quindi contrario all’ordine dei Segni e perciò con andamento “innaturale”.

Questa diversità nel calcolo della Parte può avere una sua ragion d’essere solo se pensiamo in termini di positivo/negativo, e comunque avere una sua logica in un contesto culturale e psicologico in cui la distinzione giorno/notte era molto più di un fatto naturale.
Non dico che questo concetto sia sbagliato, tutt’altro; dico solo che così facendo ci allontaniamo da ciò che reputo essere alla base di questi Punti, che non è tanto (o solo) un discorso di “luce” quanto di consequenzialità, di direzione: da un pianeta che ha un preciso significato a un altro che ne ha un altro, un percorso che deve essere fatto solo in una direzione, nel caso della Parte di Fortuna dal Sole alla Luna, sempre e comunque.

Per meglio far comprendere il perché di questa scelta cercherò di spiegarlo con un esempio, un’immagine. Supponiamo di avere davanti a noi un mobile, per esempio un armadio con tanti sportelli, e che ognuno di questi venga abbinato a un pianeta: avremo così lo sportello Sole, lo sportello Luna, lo sportello Mercurio, ecc., tanti sportelli quanti sono i pianeti. Ammettiamo che io voglia sapere qualcosa sul fisico, sulla forza fisica, o meglio, sulla capacità del corpo di far fronte alle insidie della vita, alle malattie; ebbene, sappiamo che il pianeta che rappresenta tutto questo è Marte; che faccio? Apro lo sportello Marte, perché lì dentro io troverò le informazioni che mi interessano. Questa operazione, riportata sul Tema natale, consiste nel prendere Marte e, a mo’ di pedina, spostarlo dalla sua posizione in avanti fino a farlo arrivare sull’Ascendente. Mettendo Marte sull’Ascendente è come se io chiedessi di entrare nel mondo di Marte, pianeta, in questo caso, visto come elemento informatore sulla capacità del fisico di far fronte alle malattie, quindi rappresentante della salute.
Aprendo però lo sportello Marte mi troverò davanti dei cassetti (ma ciò vale per qualsiasi altro sportello aperto), che legheremo anch’essi a un pianeta: avremo così il cassetto Sole, il cassetto Luna, il cassetto Mercurio, ecc., tanti cassetti quanti sono i pianeti. Ebbene, ammettiamo che di questa capacità di far fronte alle malattie (ho aperto lo sportello Marte apposta!) io voglia conoscere il punto debole, l’anello debole della catena, il punto di debilità; il pianeta che indica questo è Saturno; apro allora il cassetto Saturno perché lì vi troverò le informazioni che in tal senso sto cercando. Questa operazione, riportata sul Tema natale, consiste nel prendere Saturno e, a mo’ di pedina, spostarlo in avanti dalla sua posizione di tanti gradi quanti sono stati quelli che ci sono serviti per spostare Marte dalla sua sede all’Ascendente. Il punto dove cade Saturno sarà il punto debole, il punto di debilità fisica, ovvero il Punto o Parte di Malattia.

In pratica per trovare la Parte di Malattia dobbiamo calcolare la distanza che vi è tra Marte e Saturno (seguendo sempre l’ordine dei Segni) e poi aggiungere questa distanza all’Ascendente.
Detto in altre parole: immaginate l’arco di circonferenza compreso tra Marte e Saturno (seguendo il senso antiorario) come se fosse rigido; ciò vuol dire che così come spostate Marte si muoverà anche Saturno; portate ora Marte sull’Ascendente; di tanti gradi avete spostato Marte, degli stessi gradi si sarà spostato Saturno; il punto in cui “si ferma” Saturno, quella è la Parte di Malattia.
Possiamo mettere tutto questo in formula, e così essa sarà:

ASCENDENTE + SATURNO – MARTE

Che vuol dire prendere la longitudine totale dell’Ascendente (per longitudine totale si intende quella contata a partire da 0° Ariete) e sommarci la longitudine totale di Saturno; dal risultato si toglie la longitudine totale di Marte (ma spiegheremo meglio in seguito tutto questo).
Come vedete abbiamo misurato la distanza fra i due pianeti partendo da Marte e arrivando a Saturno, cioè, detto in altri termini, partendo dalla salute, dalla vigorìa fisica (Marte) per arrivare alla debilità, alla malattia (Saturno), percorso logico se è vero, come è vero, che qui sto cercando la Parte di Malattia.
Questo ci porta a elaborare la seguente regola relativa alle Parti Arabe:

Il pianeta dal quale parte il calcolo della distanza longitudinale indicherà il campo generale di indagine, mentre il pianeta verso il quale questo calcolo arriva indicherà cosa in questo campo cerchiamo .


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