L’Accademia Nazionale dei Lincei

L’Accademia Nazionale dei Lincei
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È l’Accademia scientifica per eccellenza, una fra le più antiche e blasonate che abbiamo. Certamente la più antica a livello internazionale.
Fu costituita a Roma domenica 17 agosto 1603, ma venne poi astrologicamente ufficializzata il giovedì 25 settembre 1603 alle ore 09.40 locali.

Questo il Tema originale di nascita dell’Accademia redatto all’epoca dai fondatori (domificazione Regiomontano) solennemente depositato nell’archivio dell’Accademia [1].

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Promotore di questo sodalizio fu il naturalista romano Federico Cesi (1585 – 1630) insieme al giurista e letterato fabrianese Francesco Stelluti (1577 – 1653), all’astronomo ternano Anastasio De Filiis (1577 – 1608) e al medico e astrologo olandese Johannes van Heek (n. 1579).

La spinta che mosse Cesi e gli altri alla fondazione di questo “circolo” era quella della ricerca scientifica, dello studio dei misteri della natura, ma anche dello studio e utilizzo dell’alchimia e dell’astrologia, viste queste ultime come l’alfabeto che la Natura usa per presentarsi a noi, alfabeto che andava decrittato per poter leggere nel suo Libro.

I quattro amici si divisero anche compiti e ruoli da svolgere all’interno del sodalizio: così Cesi avrebbe tenuto lezioni di Scienze naturali, Stelluti avrebbe svolto quelle di Matematica e Astronomia, De Filiis di Storia e infine van Heek di Filosofia platonica. Ognuno avrebbe dato lezioni agli altri, il tutto in un intrecciarsi di missive che venivano però scritte utilizzando un cifrario segreto composto anche da simboli astrologici.

Lo stemma dell’Accademia era una lince che assale il cane infernale Cerbero, con il motto “Sagacius Ista”. Successivamente rimase la sola lince. Si chiamò così per marcare lo spirito d’osservazione e l’acutezza visiva, e non solo esteriore, che devono avere coloro che studiano le scienze, con ciò richiamandosi alla leggenda che vuole la lince un animale dalla vista acuta e profonda, un animale che è sempre stato accostato, nelle varie culture, alla capacità di vedere oltre le apparenze, di vedere dentro gli oggetti, di entrare dentro i corpi vedendovi l’anima, quindi animale dai poteri occulti e comunque dalle mille potenzialità.
La prima sede fu presso il Palazzo Cesi a Acquasparta (Terni, Umbria).
Di essa fecero parte nel tempo numerose personalità fra le quali il filosofo e alchimista napoletano Giovanni Battista Della Porta (1535 – 1615) e il grande Galileo Galilei che troverà nell’Accademia un valido aiuto e appoggio alle sue tesi “rivoluzionarie”.

Dopo la morte di Cesi l’Accademia visse momenti non facili e nel 1651 chiuse l’attività.
L’oblìo si protrasse per molti anni.
Altri cercarono di ridarle vita, ad esempio papa Pio IX che nel 1847 la ristabilì con il nome di “Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei”.
Nuova vita, più consona invece agli ideali iniziali, la ritrovò nel 1874 a opera dello scienziato e statista torinese Quintino Sella.
Nel 1939 il Governo Mussolini la chiuse ovvero la inglobò nell’Accademia d’Italia.
Al termine del ventennio fascista, nel 1944, grazie anche all’interessamento di Benedetto Croce, l’Accademia d’Italia venne sciolta e fu ripristinata l’Accademia dei Lincei [2]:

[…] secondo il mio modesto avviso (che peraltro è un mio fermo convincimento), l’Accademia d’Italia, notoriamente creata come mezzo di allettamento e di asservimento verso gli uomini di arte e di scienza italiani, e che purtroppo ha largamente esercitato il suo ufficio corruttore, non può in niun modo essere conservata nella nuova Italia e che deve essere senz’altro abolita, ristabilendo nell’atto stesso l’Accademia dei Lincei, istituita da Quintino Sella, che ha ben altri nobili ricordi e ha fatto tanto e seriamente per gli studi italiani (Benedetto Croce, “Accademie”, in: «Giornale d’Italia», 16 agosto 1943).

L’Accademia è tuttora attiva col nome di Accademia Nazionale dei Lincei. La sede attuale è a Roma presso il Palazzo Corsini alla Lungara; altra sede è la Villa Farnesina.

Qui sotto il Tema natale dell’Accademia in foggia moderna (sempre domificazione Regiomontano); ovviamente Urano, Nettuno e Plutone non erano presenti.

Lincei_tema_regiomVediamo il Sole in Bilancia, a indicare i propositi di giustizia, pace, bontà, amicizia ed equità che animavano azioni e pensiero degli affiliati: “pacis et boni publici cultores”, si autodefinivano Cesi e i suoi amici, cioè fautori della pace e del bene pubblico; e d’altronde il Sole è in XI Casa, quella delle amicizie e delle associazioni.
L’Ascendente è in Scorpione, il cui pungiglione doveva svegliare e far sobbalzare gli animi e le menti assonnate dei più, oltre a essere baluardo contro i “nebulones”, cioè contro coloro che offuscavano le menti con le false scienze; anche, Segno che va a fondo nelle cose, che scruta e indaga.
Giove e Saturno sono in I Casa: virtuosità e severità, allegrezza e studio.
Mercurio è in Vergine: il pianeta della mente, degli studi, della ricerca è nel suo domicilio notturno, quindi forte e capace di predisporre allo studio delle scienze; è poi in X Casa, quella degli onori, della vita sociale; è sestile a Saturno e trigono alla Luna: saggezza e lungimiranza, applicazione e memoria.
Sappiamo da Cesi stesso che la stesura dell’oroscopo venne aiutata con operazioni di magia astrologica, con talismani e sigilli planetari, così da propiziarsi l’aiuto celeste.


[1] Roma, Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana, Archivio Linceo, ms. 3, Gesta Lynceorum, c. 3.
[2] Decreto Legge Luogotenenziale n. 359 del 28 settembre 1944 (Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, a. LXXX, n. 92, 9 dicembre 1944).

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