L’astrologia dell’anima

L’astrologia dell’anima
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Con “astrologia dell’anima” ‒ termine peraltro molto abusato e bistrattato ‒ si intende un tipo di indagine astrologica vòlto alla conoscenza della nostra anima, quindi un tipo di lettura del Tema natale che possiamo definire psicologico e spirituale allo stesso tempo.

Contrariamente a quanto si può pensare l’astrologia spirituale o dell’anima non è una branca recente ma affonda le proprie radici agli albori dell’astrologia stessa, scienza quest’ultima che prima di diventare uno strumento utilizzato essenzialmente per divinare era materia sapienziale, una via utilizzata per connettersi al Cielo cercando di ricomporre il legame perduto con l’anima coeli, ricollegando il microcosmo al macrocosmo e viceversa. Solo successivamente l’astrologia divenne materia anche divinatoria, utilizzata cioè per conoscere il futuro.

Per secoli le due visioni, i due approcci, viaggiarono insieme ma venne un momento in cui le loro strade si divisero e più l’arte divinatoria prendeva campo più la scienza sapienziale vedeva diminuire il suo “impatto pubblico” ‒ non certo la sua autorevolezza ‒ trovandosi così costretta a fare buon viso a cattiva sorte cercando ospitalità nelle austere sale di biblioteche, nei conventi, nei monasteri, nelle varie “Case della Saggezza”[1], lì sì accolta amorevolmente, supportata e studiata da eruditi, filosofi, sacerdoti e scienziati che con dedizione ne tenevano accesa la fiammella portandola avanti intatta nel corso dei secoli e le cui tracce, più o meno velate, si possono riconoscere nel pensiero, negli studi e nelle opere dei vari Pitagora, Plotino, Porfirio, Giamblico, Ildegarda di Bingen, Dante Alighieri, Marsilio Ficino, Paracelso, Giordano Bruno, tanto per citarne solo alcuni.

Fu così che i tempi maturarono convincendola che era giunto il momento di far conoscere all’umanità l’antico precetto ermetico per cui “Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso”.
Poi si specchiò e pensò di riconoscersi nella prisca sapientia e nella theologia platonica di Ficino, nella congruentia Uomo-Cosmo di Paracelso, nell’anima mundi di Bruno, fino a che dopo secoli di oscurantismo si trovò, tra il XIX e il XX secolo, a usufruire di una iniezione di vitalità ‒ forse non voluta, non cercata ‒ proveniente da due diversi indirizzi di pensiero come erano e sono la teosofia e la psicologia analitica.

Rivestita in tal modo di panni nuovi, più rispondenti alle richieste e alle esigenze del tempo, l’antica scienza sapienziale cercò di riprendere il suo posto nel panorama astrologico moderno.
È certo però che secoli di peregrinazione e l’essere stata costretta a elemosinare di volta in volta nuovi alloggi l’avevano da una parte impoverita della sua sapienza iniziale e dall’altra ammantata di orpelli che lei stessa faceva fatica a riconoscere come propri.
Oggi troviamo un gran numero di scuole e di soggetti che si richiamano a questa antica scienza non tutti però con le adeguate conoscenze e finalità.

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L’astrologia dell’anima o spirituale ‒ che potremmo chiamare anche “astrosofia” ‒ cerca di dare una mano a capire chi siamo e da dove veniamo; aiuta a trovare una maggiore consapevolezza di sé; aiuta a comprendere quali strumenti abbiamo a disposizione per usarli al meglio. Molti amari accadimenti che ci coinvolgono hanno spesso come retroterra un nostro disagio esistenziale, una imperfetta comprensione di noi stessi: spesso siamo noi che inconsapevolmente andiamo incontro o fomentiamo ciò che ci accade.

Certo, c’è anche il destino, sul quale non ci è dato di intervenire: per esempio si può nascere su un barcone di migranti al largo delle coste di Lampedusa oppure a Buckingham Palace. E poi si nasce con un preciso DNA ereditato dai nostri genitori, dai nonni, dai bisnonni, dai trisavoli, ecc., ovvero si può provenire da una linea ereditaria genetica che, per esempio, può aver compreso, nei secoli passati, un assassino o un santo o uno scienziato o un grande musicista le cui impronte genetiche hanno poi “rotolato” attraverso i secoli lungo questa linea ereditaria senza trovare nessun soggetto su cui fermarsi fino a che, trovando quello con le giuste corrispondenze anche astrali ‒ noi stessi ‒, queste impronte si sono fermate andandosi ad annidare all’interno delle nostre “pieghe genetiche” così che ci ritroviamo con una non richiesta predisposizione a diventare un assassino o un santo o uno scienziato o un grande musicista. E però per diventarlo veramente ci vuole dell’altro ché non basta esserne predisposti geneticamente: ci vuole qualcosa di esterno a noi, un terreno adatto, un contesto, un ambiente che fortifichi o al contrario indebolisca tutto questo; ma soprattutto ci vuole il nostro consenso, la nostra azione, la nostra volontà, ed è proprio su questo che si può lavorare, che si deve lavorare. Ma per farlo bisogna conoscerci un po’ meglio di quanto crediamo.

Ecco, l’astrologia dell’anima dà una mano a capire quali strumenti abbiamo a disposizione al nostro interno per agire ‒ e reagire ‒ dove possiamo e quanto possiamo. Sempre che lo si voglia.

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L’astrologia dell’anima che io uso non ha niente a che vedere con ciò che si trova in giro perché è un sistema che ho personalmente elaborato, meditato e testato nel corso degli anni e le cui tracce erano già presenti in alcune mie opere. Da questo lato aggiungo che alcuni dei libri da me scritti, nonostante sembrino slegati tra loro, in realtà fanno parte di un unico progetto essendo tutti attraversati da un fil rouge che li collega al compito assegnato alla mia anima e dai quali ha preso corpo il personalissimo sistema di lettura psicologico-spirituale del Tema natale che utilizzo.


[1] Per esempio quella fondata a Baghdad da al-Ma‘mūn (786-833), settimo califfo della dinastia abbaside, patrono di filosofi e di scienziati, lui stesso appassionato e studioso di astronomia e astrologia e che nell’829, contemporaneamente alla Casa, fondò anche il primo osservatorio astronomico permanente al mondo sulle colline di Baghdad. In questa Casa della Saggezza o della Sapienza, in arabo Bayt al-Hikma, vi abitavano permanentemente studiosi, scienziati, filosofi e traduttori, questi ultimi con il compito di volgere in siriaco e poi in arabo gli scritti filosofici e scientifici greci; fornita di una prestigiosa biblioteca, paragonabile a quella di Alessandria, la Casa divenne un importante centro di cultura anche esoterica. Alcuni ascrivono la fondazione di questa Casa della Saggezza al califfo Abū Ja’far al-Mansur (712-775).


Foto da: naturattl.com