Le galassie sono un cervello di anime

Le galassie sono un cervello di anime
No Comment

Quando iniziai a interessarmi di astrologia ‒ ero ancora un ragazzetto ‒ mi colpì la somiglianza fra il glifo del Segno del Cancro e la forma che hanno le galassie, specie quelle a spirale o anche quelle barrate come la nostra.

La prima associazione che feci fu quella di pensare che se il Cancro simboleggia la culla della vita allora anche le galassie potevano esserlo. Mi visualizzai quindi la galassia con i suoi miliardi di stelle e la vidi come un grande organismo vivente con le stelle tutte collegate tra loro da tanti “fili energetici”, ognuna pulsando e facendo scorrere all’interno di questi “fili” un “sangue” che alimentava la galassia e che quindi “ci” alimentava; una rete di vene e arterie, insomma; da lì il passo che mi portò a vedere le galassie come un grande cervello fu assai breve, e allora quella “rete circolatoria” si trasformò in una “rete neuronale”.

È con mia grande sorpresa che giorni fa, girovagando in Internet, vengo a conoscenza di uno studio che illustra proprio questo!
Si tratta di una ricerca che è stata pubblicata sulla rivista Frontiers in Physics il 16 novembre 2020 dal titolo “Il confronto quantitativo tra la rete neuronale e la rete cosmica”; gli autori sono Franco Vazza del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Bologna, e Alberto Feletti del Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Scienze Motorie dell’Università di Verona. Qui l’Abstract dell’articolo:

Indaghiamo le somiglianze tra due dei sistemi più impegnativi e complessi in Natura: la rete di cellule neuronali nel cervello umano e la rete cosmica di galassie. Esploriamo le proprietà strutturali, morfologiche, di rete e la capacità di memoria di questi due affascinanti sistemi, con un approccio quantitativo. Per avere un’analisi omogenea di entrambi i sistemi, la nostra procedura non considera la vera connettività neurale ma un’approssimazione di essa, basata sulla semplice prossimità. L’allettante grado di somiglianza che la nostra analisi rivela sembra suggerire che l’auto-organizzazione di entrambi i sistemi complessi è probabilmente modellata da principi simili di dinamiche di rete, nonostante le scale e i processi radicalmente diversi in gioco.[1]

Il mio interesse per l’astrologia e comunque il mio approccio a essa partì quand’ero ragazzo dal bisogno di dare una risposta ai tanti perché legati al “chi siamo-perché ci siamo-dove andiamo” il che fa capire che ciò che mi fece entrare nel mondo dell’astrologia era ‒ ed è ‒ un interesse filosofico-spirituale, convinto di trovarvi in essa se non la risposta almeno qualche indizio utile per arrivarci; è per questo che oggi e oramai da tanti anni lavoro, con un mio metodo, in quella che si chiama “astrologia dell’anima”.

Detto questo, si può pensare che le galassie siano come dei grandi cervelli e che le stelle siano come dei neuroni; i neuroni sono cellule nervose che fanno parte del sistema nervoso e che si trovano nell’encefalo e nel midollo spinale; da questi neuroni partono dei prolungamenti, dei “fili”, che si chiamano dendriti e assoni: i primi ricevono i messaggi che arrivano dagli altri neuroni mentre i secondi trasmettono i messaggi agli altri neuroni (vedi foto a inizio articolo). Ecco, le stelle, collegate tra loro da invisibili “dendriti” e “assoni”, fanno lo stesso, inviando/ricevendo linfa vitale a tutta la galassia che vive grazie a questa rete. E lo stesso fanno le galassie, anch’esse come tanti neuroni che permettono lo scambio di informazioni fra tutte loro così da dare vita all’universo. E lo stesso fanno gli universi, anch’essi come tanti neuroni che aiutano gli scambi informativo-energetici fra di loro dando così vita al Grande Tutto o Uno.

Ma meglio ancora si può pensare che le galassie siano come delle Grandi Anime e che il “circuito neuronale” delle loro stelle serva a inviare non solo informazioni ai vari sistemi planetari che in esse si trovano ma a inserire in essi dei “pezzetti energetici di galassia” cioè dei frammenti di questa Grande Anima; se prendiamo ad esempio la nostra Galassia e andiamo sul nostro sistema solare, dove al momento la vita è sulla Terra, questi frammenti della Grande Anima Galassia ‒ che poi sono le anime di tutti noi ‒ vanno a inserirsi sui suoi pianeti per poi da lì partire per incarnarsi qui sulla Terra e tutto questo serve alla vita della Galassia quindi alla vita dell’Uno: in pratica possiamo vedere gli esseri umani ‒ o qualsiasi altro essere vivente di altri sistemi ‒ come degli operai che lavorano al servizio della Galassia, un po’ come delle formiche ognuna delle quali ha il compito di salvaguardare il formicaio per lasciarlo poi ad altre formiche. In pratica la Galassia vive grazie a noi e noi grazie a lei.

L’anima che è dentro di noi è una spora che il “Grande Albero Galassia” manda in giro per poter vivere.

La Galassia è un essere vivente ‒ e non è un’immagine simbolica, una metafora, ma intendo proprio dire che è realmente una “cosa” viva, che respira ‒, come fosse un grande animale: immaginate un enorme polpo che respira, che pulsa, che muove i suoi tentacoli, un polpo le cui cellule, nervi, vasi sanguigni, ecc. sono le stelle, i pianeti e le loro interazioni energetiche.

La Galassia possiamo anche vederla come un grande polmone che si contrae e si dilata inspirando/espirando gas, polvere stellare, con ciò creando nuove stelle, nuovi pianeti, autoalimentandosi.

La Galassia è una grande ruota che gira vorticosamente e dalla quale, in virtù di questa sua tremenda rotazione, si “staccano” dei frammenti ‒ le anime per la sua parte spirituale e le meteoriti per la sua parte fisica ‒ che vanno a inseminare la vita in ogni suo angolo.

Potremmo vedere la Galassia come lo Spirito Creatore, come il Motore Intelligente: quello che noi chiamiamo Dio è forse la Galassia? Per certi versi sì.


[1] Potete leggere l’articolo qui: https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fphy.2020.525731/full


Foto da: https://www.stateofmind.it/2020/04/neurone-golgi-sherrington/