13 - 10
2021
Il termine “climaterio”, in astrologia, indica quei periodi critici di passaggio nella vita umana che l’antica medicina astrologica faceva coincidere con ogni settimo anno.
La parola deriva dal latino clīmactērĭcus cioè critico, a sua volta dal greco κλιμακτήρ, scalino, come se una persona, in quegli anni, facesse un gradino in giù nella propria scala della salute psicofisica.
Il criterio che sta alla base di questo sistema deriva dal fatto che la Luna dopo sette giorni dalla nascita di una persona si trova a essere in quadratura con la sua posizione natale ma anche dal fatto che sette era il numero di Saturno ‒ il Grande Malefico dell’antichità ‒, il settimo pianeta, l’ultimo conosciuto dagli Antichi ovvero il Guardiano della Soglia.
Ma non solo: dopo nove giorni dalla nascita la Luna si trova a essere in trigono con la sua stessa posizione natale così che anche il numero 9 entrò in questo computo.
Da considerare che il 7 “influiva” sul fisico, il 9 sul mentale.
Pare che tale sistema climaterico sia stato elaborato o comunque sistematizzato per la prima volta dall’astrologo greco Critodèmo (I sec. a.C.) in un’opera chiamata Visione; altri invece lo fanno risalire a Pitagora (VI sec. a.C.).
Assumendo la corrispondenza “un giorno uguale un anno” sarebbero climateriche le età di 7, 9, 14, 18, 21, 27, 28, 35, 36, 42, 45, 49, 54, 56, 63, 70, 72, 77, 81, 84, 90, 91, 98, 99.
Vista l’importanza dei numeri 7 e 9 l’età climaterica più pericolosa risultava essere quella del 63esimo anno (7 x 9), chiamato per questo il “Grande Anno Climaterico”. Ma anche le età di 49 (7 x 7) e 81 (9 x 9) venivano valutate come perniciose.
Queste età diventano fatali per la salute specie se suffragate da transiti o direzioni disarmoniche che si attuano nel Tema natale; e comunque, se non fatali, almeno portatrici di modifiche al fisico, alla mentalità o altro: per esempio ancora oggi viene detto che ogni sette anni si cambia gusto, oppure pensiamo alla crisi del settimo anno in una relazione.
Molti astrologi del passato hanno utilizzato questo sistema considerandolo utile per indagare sulla salute, sulla vitalità del soggetto.
Lo usò anche Galileo Galilei quando nel 1608 la granduchessa Cristina di Lorena, consorte del granduca di Toscana Ferdinando I de’ Medici, chiese allo scienziato pisano di indagare il Tema natale del suo consorte, in quel momento molto ammalato, calcolandone l’anno climaterico, cioè l’anno critico, della morte.
Purtroppo Ferdinando non sapeva quando era nato: giravano due date, il 19 luglio 1548 e il 30 luglio 1549, e Cristina di Lorena chiedeva a Galilei di fare una ricerca astrologica in modo da poter capire quale delle due fosse quella giusta così da trarne poi il pronostico.
Galilei, dopo molte ricerche, scrisse alla granduchessa in data 16 gennaio 1609 dicendole che per lui il principe doveva essere nato il 30 luglio 1549 e quindi avendo sessanta anni gli mancavano ancora tre anni per arrivare al “Grande Anno Climaterico” perciò non doveva preoccuparsi augurando al granduca di arrivare a quell’anno sano e forte così da superarlo senza danni.
Purtroppo il principe morì il 7 febbraio 1609, 22 giorni dopo questa lettera di Galilei.
La morale? In astrologia vi sono varie tecniche a disposizione del ricercatore, molte suffragate dalla pratica secolare ma altre campate un po’ in aria o solamente teoriche, belle a vedersi ma che al minimo soffio di vento cadono come un castello di carte.
Certamente c’è qualcosa di vero nella cadenza settennale (tolleranza +/‒ un anno), e negli anni climaterici si è in effetti notata la discesa di un gradino della scala psicofisica personale anche se ovviamente il più o meno impatto che tale discesa di scalino si porta dietro dipende da come è messo il cielo in quell’anno, dal tipo di transiti, direzioni o altro ché se non vi è nessun segnale celeste in merito allora quell’anno viene passato senza subire nessun danno.
E però diciamo che sono anni che anche se non manifesta nessun problema psicofisico possono però essere la culla di problemi che vedranno la luce negli anni a seguire; ascoltare quindi i segnali che il proprio corpo dà negli anni climaterici è un buon modo per prepararsi ad affrontare eventuali futuri grattacapi.
Come sempre ci vuole cautela e discernimento, in tutte le cose ma ancor più nei giudizi astrologici terreno assai scivoloso specie per chi vi si avventura con pochi studi e poca esperienza.
Foto da: georgeglazer.com