Masaniello

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Oggi, 370 anni fa, il 16 luglio 1647, moriva assassinato Tommaso Aniello d’Amalfi, meglio conosciuto come Masaniello. Era nato a Napoli il 19 giugno 1620.

Fu a capo dell’insurrezione popolare che nel luglio 1647 si scatenò a Napoli causa l’esosità di alcune gabelle imposte dai governanti spagnoli sui prodotti ortofrutticoli.
Partita il 7 luglio, la rivolta capeggiata da Masaniello dilagò per tutta la città: vennero bruciate le case dei burocrati responsabili delle gabelle così come furono dati alle fiamme i registri delle imposte e liberati i prigionieri politici. Alla fine gli spagnoli si trovarono costretti ad accettare le richieste del popolo.

Questa fu certo una vittoria di Masaniello, osannato dalla popolazione e tenuto buono dagli spagnoli che addirittura lo nominarono “Capitano generale del fedelissimo popolo napoletano” e più volte ricevuto a Palazzo Reale, un successo che però gli procurò non pochi nemici e non solo fra i nobili: alcuni suoi comportamenti stravaganti e allucinanti crearono dei malumori anche tra i suoi compagni; probabilmente si montò la testa o forse era quella sua supposta pazzia, sta di fatto che cominciò a ordinare esecuzioni dei suoi nemici in modo anche indiscriminato; si racconta poi che volesse trasformare la Piazza del Mercato in un porto costruendovi anche un ponte per collegare Napoli alla Spagna.

Il 16 luglio, tradito dai suoi compagni, cadde sotto i colpi di archibugio sparati da alcuni capitani del popolo corrotti dagli spagnoli. Venne decapitato e il suo corpo gettato in una discarica; la testa venne portata al Viceré come trofeo.

Ma già dal giorno dopo la popolazione dovette ricredersi, perché ritornarono le gabelle, i soprusi e quant’altro si era allentato se non scomparso nella settimana di “reggenza” di Masaniello.
Fu così che alcuni recuperarono il suo corpo che avvolto in una coperta venne portato in processione per tutta Napoli, osannato e implorato quasi fosse un santo. Altri poi ripresero in mano le istanze portate avanti da Masaniello e la rivolta riprese, non più e non solo contro le gabelle ma contro il potere spagnolo.

Qui sotto abbiamo il Tema natale di Masaniello, così come riportato da Placido Titi (1603-1668) nel tomo primo (pag. 256) del suo trattato di medicina astrologica “De Diebus Decretoriis Et Aegrorum Decubitu…[1], stampato a Pavia nel 1660 (tomo primo) e 1665 (tomo secondo).
Placido dà come data natale il 19 giugno 1620 alle ore 22 dopo il tramonto corrispondente a circa le 17.30 locali.

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Visto il ruolo che nemici e traditori hanno avuto nella sua breve vita, andiamo a calcolare la Parte dei Nemici[2]: la troviamo a 04° 12’ Gemelli, in congiunzione al Discendente, situazione che disegna mirabilmente il tradimento dei suoi “soci”.

Congiunta all’Ascendente abbiamo addirittura la Parte di Fatalità o del Destino[3] (01° 23’ Sagittario), che indica sì un destino importante o fuori dal comune ma che spesso si porta dietro pericoli e calamità. Da notare Giove, signore quindi rappresentante di questa Parte, in congiunzione a Plutone.

A questo proposito troviamo la Parte del Pericolo[4] a 26° 32’ Cancro in esatta congiunzione a Urano, situazione che non ha certo bisogno di commenti.

Abbiamo poi la Parte di Morte[5] a 12° 34’ Scorpione, sulla cuspide della Dodicesima Casa (nemici occulti) e governata quindi rappresentata da quel Plutone che avevamo visto essere in congiunzione a Giove signore della Parte di Fatalità.

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Osservando la Rivoluzione Solare dell’anno della sua morte (qui sopra), oltre a trovare l’Ascendente nell’Ottava natale, vediamo la Parte di Morte a 06° 23’ Gemelli, congiunta a Mercurio, a Plutone, quadrata a Marte e opposta a Nettuno, ma soprattutto congiunta alla Parte dei Nemici natale; anche questa una situazione che non ha certo bisogno di ulteriori spiegazioni.
Da notare Urano in congiunzione alla Parte di Fatalità o Destino natale, Urano che nel Tema di nascita era congiunto alla Parte di Pericolo.
E qui mi fermo per non annoiarvi ulteriormente.


[1] “De Diebus Decretoriis Et Aegrorum Decubitu Ad iuvandam praeclaram Artis Medicae Professionem iuxta Summor. Pontif. & Sacr. Concil. Tridenti indultum, Epitome Astrosophica Physicis maxime rationibus, deinde Galeni, Aristot. & Ptolemaei praeceptis contexta: A D. Placido De Titis Perusino Olivetano In Almo Tycinensis Gymnasio Mathematicar. Professore publice exhibita. Cum LX. Exemplis apud gravissimos Authores inventis”. Tomus Primus, Ticini Regii, M.DC.LX. Ex Officina Ioannis Andreae Magrij in Via Nova.
[2] La formula è: Ascendente + Cuspide XII Casa – Governatore XII Casa.
[3] La formula è: Ascendente + Saturno – Sole.
[4] La formula è: Ascendente + Governatore VIII Casa – Saturno.
[5] La formula è: Cuspide VIII Casa + Saturno – Luna.

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