Niccolò Carli (XVII secolo)

Niccolò Carli (XVII secolo)
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370 anni fa, il 1° gennaio 1653, moriva il filosofo, medico e astrologo Niccolò Carli.

Nato a Ravenna, si laureò in Filosofia e Medicina. Coltivò da sempre l’amore per l’astrologia imparandola sotto la guida del sacerdote, matematico e astrologo ravennate don Antonio Carnevale arrivando ben presto a padroneggiarla con maestria. Amante della letteratura, fine letterato, venne aggregato all’Accademia dei Travagliati con il nome di Flemmatico.

Fu autore di alcuni pronostici redatti tutti con lo stesso titolo di “Pronosticante Ragguaglio…“, ad esempio: “Pronosticante Ragguaglio Intorno alle commotioni, e varietà, de’ tempi nell’Anno MDCXLIX. Discorso Astrologico Di Nicolò Carli Dottore di Filosofia, e Medicina, Flematico Accad. de’ Travagliati di Ravenna“, stampato a Bologna nel 1649.

Ecco come Carli approccia il suo pronostico iniziando proprio dall’esposizione del momento dell’equinozio:

Entrarà l’Anno della Creatione del Mondo 5598. e dell’Incarnato Verbo 1649. in Venerdì primo giorno di Gennaro, conforme il solito di S. R. C. ma secondo lo stile de’ dotti Astrologi non principierà, che alli 19. di Marzo, mentre il Sole giunge con i suoi veloci Destrieri alla prima Decade dell’Ariete del primo mobile nelle h. 17. m. 32. P. M. che consonano con le h. 11. m. 32. delli nostri communi horologi della notte veniente: nel qual momento elevatone la figura celeste sopra l’Emifero [sic] della nostra Città di Ravenna, che poco s’allontana con li gradi dell’altre Città dell’Italia, secondo la supputatione del Lansbergio si vede a primo tratto comparire sopra il nostro Orizonte ortivo gr. 16. m. 55. di Pesci, e nell’angolo di mezo Cielo gr. 23. m. 3. di Sagittario, caminando Saturno quasi di paro col capo del Drago, e parte di fortuna per il primo terzo de i Gemelli nella terza del Cielo sotteranea […] (p. 1).

Qui Carli dà l’ingresso del Sole in Ariete alle ore 17.32 dopo il mezzogiorno locale del 19, che corrisponde al 20 marzo alle ore 05.40 locali. In effetti a quell’ora e in quel luogo l’Ascendente è a 16° Pesci (16° 53’) e il Medio Cielo a 23° Sagittario (23° 37’), cosicché il nostro astrologo i calcoli li ha fatti giusti; però non è quello il momento dell’equinozio, essendo questo avvenuto alle ore 06.42; ovviamente questo dipendeva dalle tavole in uso all’epoca, vista la difficoltà che avevano nel reperire l’esatto momento del passaggio del Sole all’equatore celeste.

Il lavoro prosegue con le previsioni stagione per stagione e mese per mese, queste ultime basate sulle lunazioni ognuna delle quali è accompagnata da un titolo formato da una breve frase, a volte un detto o un proverbio, che ne compendia il significato, ad esempio: «Chi una Passera vuol pigliare, non la bisogna spaventare»; oppure: «Saviamente si governa, chi fugge la taverna»; o anche: «La disgrazia d’un Pazzo, serve d’aviso ad un Savio».

Pare che alcuni suoi pronostici li firmasse con lo pseudonimo di Valletto d’Urania (usato però anche da altri astrologi), ad esempio: “Pronosticante Ragguaglio intorno l’emergenze dell’anno 1642. Del Valletto d’Urania […]”, stampato a Bologna nel 1641 per i tipi di Nicolò Tebaldini e dedicato a Annibale Campeggi marchese di Dozza (CANTAMESSA, I, 2007, n. 855).
L’ultimo pare essere: “Pronosticante Ragguaglio nell’anno MDCL”, stampato a Bologna [1650?] per i tipi di Carlo Zenero.



Maggiori info nel mio “Astrologia italica. Dal X al XVII secolo”, Pagnini, Firenze 2016.