Oddo degli Oddi (1478-1558)

Oddo degli Oddi (1478-1558)
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Oggi, 460 anni fa, il 5 febbraio 1558, moriva il filosofo e medico Oddo degli Oddi. Era nato a Padova nel 1478 da una nobile famiglia oriunda di Monselice. Fu docente di Lettere classiche allo Studio di Padova.

Si trasferì poi a Venezia dove praticò la medicina. Ritornato a Padova, divenne lettore di Medicina nella locale università.

Medico di chiara fama, fu accanito seguace delle teorie del medico e filosofo greco Galeno (129-216) tale da essere chiamato “l’anima di Galeno”. In special modo fu fautore della teoria umorale e della Oddo2corrispondenza microcosmo/macrocosmo e fu tenace sostenitore dell’astrologia medica.

Ebbe un figlio, Marco (1526-1591), anch’egli medico assai famoso e lettore di Filosofia, Logica e Medicina allo Studio patavino. Sarà poi lui a far stampare le opere del padre, uscite postume, ma sarà anche lui a censurare alcuni passaggi astrologici da dette opere: «suo figlio […] prese cura di sopprimere tutto che accennava all’influenza degli astri relativamente alle malattie»[1].

Oddi fu autore di varie opere mediche fra le quali citiamo: De Pestis, & pestiferorum omnium affectuum. Causis, Signis, Praecautione, & Curatione, divisa in tre libri. Apologiae pro Galeno, tum in Logica, tum in Philosophia, tum etiam in Medicina, anch’essa divisa in tre libri. De Coenae, & Prandij Portione, divisa in due libri.
Tutte e tre queste opere vennero dal figlio Marco riunite in un solo volume stampato a sua cura nel 1570 a Venezia per i tipi dei fratelli Paolo e Antonio Meietti e dedicato, da «Patavij Cal. Septembris. 1570», al patrizio veneto Jacopo Suriano[2]. A questo volume il figlio accluse anche un suo scritto, De putredine adversus Argenterium apologia, contro le tesi del grande medico anti-galenico Giovanni Argenterio, all’epoca docente di Medicina pratica allo Studio di Torino.

Nel De Pestis Oddi ha modo varie volte di trattare dei rapporti tra un certo tipo di cielo e il presentarsi delle epidemie, ad esempio nel capitolo dal titolo: Quomodo caelestia sydera pestem gignant, ac morbos pestilentes (libro I, parte I, cap. 10, f. 15b); oppure: Tertia pestilentiae secundum Astrologos [ma all’interno del libro cambiato dal figlio in Astronomos, N.d.A] admissa causa, quomodo superius dicta, quod duae tantum sint pestis causae sibi invicem constent (libro I, parte I, cap. 11, f. 16a); o anche: Quomodo syderum coniunctiones pestem praeostendere possunt (libro I, parte II, cap. 5, f. 23a); trattando qui della peste del 1527 e 1528 Oddi lega la sua comparsa al cielo del 1524 che vide un accumulo planetario in Pesci, stesso cielo che molti astrologi avevano sentenziato dovesse portare immani catastrofi e diluvi.

Chiama in causa anche i Segni dei Gemelli, della Bilancia e dell’Acquario che, essendo Segni legati all’elemento Aria, nel caso si presentassero le giuste condizioni astrali potrebbero indicare la corruzione dell’aria. Oppure nel caso venissero colpiti i Segni umani dei Gemelli, della Vergine e dell’Acquario ciò indicherebbe la corruzione degli umori umani, in primo luogo del sangue.

Come detto morì il 5 febbraio 1558; venne sepolto nella chiesa padovana di San Daniele Martire dove i nipoti posero la seguente iscrizione[3]:

ODDUS DE ODDIS
PHYSICUS ET MEDICUS
THEORICAE ORDINARIAE
IN HAC URBE PUBLICUS PROFESSOR
ET CUM EO GUERINUS
ET BENEDICTUS
AC JOANNES DOMINICUS NEPOTES
LOCUM HUNC VETUSTATE
CONSUMPTUM
SIBI ET SUIS OMNIBUS
INSTAURARUNT.

(Tratto dal mio libro “Astrologia Italica“)


[1] Da: Nuova Enciclopedia Popolare Italiana Ovvero Dizionario Generale Di Scienze, Lettere, Arti, Storia, Geografia, Ecc. Ecc., Seconda tiratura della quinta edizione, Volume decimoquinto, Dalla Società l’Unione Tipografico-Editrice, Torino 1870, p. 287.
[2]L’opera è presente nella Österreichische Nationalbibliothek Wien (collocazione: 69.D.50) ed è stata consultata nella riproduzione digitalizzata.
[3] GIUSEPPE VEDOVA, Biografia degli scrittori padovani, 2 voll., Coi tipi della Minerva, Padova 1832-1836, II, p. 10.

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