Un superbo “orologio dei pianeti”

Un superbo “orologio dei pianeti”
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Uno tra i più famosi costruttori di orologi fu senz’altro Lorenzo Della Volpaia (1446-1512), nato a Volpaia oggi frazione del comune senese di Radda in Chianti.

In giovane età si spostò con la famiglia a Firenze dove fece vari mestieri fra i quali il legnaiolo.

Benvenuto Cellini lo ricorda come orafo mentre il padre servita Michele Poccianti (1536-1576) nel suo “Catalogus scriptorum Florentinorum” (Firenze, 1589) lo menziona come matematico. Fu architetto, e in tale veste partecipò al concorso per la facciata di Santa Maria del Fiore, la cattedrale di Firenze. Fu amico di Leonardo da Vinci.

Lorenzo Della Volpaia divenne famoso anche come costruttore di strumenti scientifici e astronomici oltre che di orologi. In quest’ultima veste costruì un superbo Orologio dei Pianeti su commissione di Lorenzo de’ Medici che ne voleva fare dono a Mattia Corvino re d’Ungheria. La morte del re (1490) ne interruppe la realizzazione, tale che l’orologio rimase incompiuto, seppur quasi completo, nella sua bottega. Nel 1510 l’orologio era comunque terminato.

Poliziano, Cellini e Vasari lo decantarono come un’opera sublime. Per quest’opera Della Volpaia divenne talmente famoso che ebbe addirittura l’onore di essere ritratto insieme a Lorenzo il Magnifico e altre personalità in un affresco (ora distrutto) del pittore fiorentino Alesso Baldovinetti (1425-1499) che si trovava nella chiesa fiorentina di Santa Trinita.

Si racconta che sull’orologio avesse però messo gli occhi un mercante straniero; per impedire che un tale gioiello lasciasse Firenze venne acquistato dai Capitani di Parte Guelfa che come pagamento si risolsero, vista anche l’indigenza nella quale in quel periodo viveva la famiglia di Lorenzo Della Volpaia, di procurare le doti per le sue quattro figlie femmine. L’orologio venne dai Capitani donato alla Signoria e collocato in una sala di Palazzo Vecchio che prese poi il nome di Sala dell’Orologio (oggi Sala dei Gigli). La manutenzione dell’orologio passò al figlio Camillo e poi al nipote Girolamo, ma dagli appunti di quest’ultimo ricaviamo che il meccanismo era già a quel tempo (1560) in cattivo stato. Nel 1609 non funzionava più. Le ultime notizie sono di un inventario del 1640 che lo descrive «tutto in pezzi». In seguito venne distrutto e disperso.

Orologio pianeti

Sono però rimasti i disegni e gli appunti di Lorenzo i quali sono serviti nel 1994 al fabbro-artigiano e maestro orologiaio di Cividale Mantovano, Alberto Gorla (n. 1940), insieme all’Istituto Statale d’Arte di Firenze, per la ricostruzione fedele e funzionante dell’Orologio dei Pianeti:

L’orologio presenta un quadrante finemente miniato con un cerchio orario fisso, dotato di Zodiaco, e un disco minore che ruota in senso orario, nel quale sono praticate sei aperture, dentro le quali ruotano in senso antiorario i cinque pianeti allora conosciuti: Saturno, Giove, Venere, Marte e Mercurio. Nella sesta apertura è posto il Drago, che indica i nodi e le eclissi lunari. Al centro, due dischi sovrapposti mostrano le fasi e le età della Luna e l’indice del Sole. I rotismi del quadrante, di una complessità senza precedenti, sono disposti verticalmente su piani paralleli.
L’orologio è corredato da due globi, celeste e terrestre, oltre che da una sofisticata suoneria. Un unico motore a peso è responsabile dell’incredibile varietà di movimenti dell’orologio
.[1]

L’orologio, in ferro, ottone e smalto, misura 1170x750x2350 mm.; il quadrante ha un diametro di 730 mm., mentre il diametro dei globi è di 250 mm. L’orologio è oggi presente nel Museo Galileo di Firenze (inv. 3817).


[1] Da: http://brunelleschi.imss.fi.it/itinerari/multimediale/OrologioPianetiLorenzoVolpaia.html


Foto di copertina da: https://www.smithsonianmag.com
Foto orologio da: https://www.brunelleschi.imss.fi.it

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