Giacomo Benacci (?-1528)

Giacomo Benacci (?-1528)
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490 anni fa, il 14 settembre 1528, moriva a Bologna il medico, astronomo e astrologo bolognese Giacomo Benacci. A volte il nome è dato come Iacopo Benazio da Bologna.

Di nobile famiglia bolognese, si laureò in Filosofia e Medicina a Bologna nel 1500. Dal 1501 al 1505 tenne presso lo Studio felsineo la cattedra di Astronomia per passare poi a insegnare Medicina pratica, cattedra quest’ultima che occupò fino al giorno della sua morte[1].
Fece parte anche della “Magistratura degli Anziani” di Bologna (1501 e 1505) e dei “Tribuni della Plebe”.
Medico stimato, abbinava con successo i precetti astrologici alle terapie mediche: «Alle cognizioni astronomiche accopiando la speziosità dei rimedj medicinali conduceva a esito felicissimo le sue cure […]»[2].

Le uniche sue opere rimasteci sono due pronostici astrologici relativi agli anni 1502 e 1503 indirizzati a Giovanni II Bentivoglio signore di Bologna: “Iacobi Benatii Bononiensis pernosticon [?] anni M.cccccii[3], stampato a Bologna nel 1501 per i tipi di Caligola Bazalieri, e “Jacobi Benatij Bononiensis Pronosticon in annum. 1503[4], stampato a Bologna nel 1502 «per Ioannem Antonium Platonidem Benedictorum civem Bononiensem».
In essi Benacci, fra le altre cose, disserta su destino e libero arbitrio, e

[…] ascrive gli eventi miracolosi e soprannaturali a Dio, i fenomeni naturali all’influenza del cielo e le azioni volontarie all’arbitrio dell’uomo, ritenendo, tuttavia, che gli astronomi possano fare previsioni più esatte degli uomini di medicina[5].

Nel pronostico del 1502, dopo aver lodato il suo maestro Domenico Maria Novara che paragona a una gemma che «relucens ac splendens», va a trattare delle previsioni sulle persone raggruppandole secondo l’influenza planetaria: così abbiamo i saturniani, i gioviani, i marziali, ecc., ognuno con le sue specifiche “calamità” dovute alla congiunzione Marte-Saturno (saturni & martis synodum) che comunque avvenne il 21 febbraio (a 12° Gemelli), cioè prima dell’inizio dell’anno astrologico dell’11 marzo (date in calendario giuliano). Stesso sistema anche per il pronostico del 1503, con le previsioni dedicate ora a «De hominibus Mercurialibus» ora a «De hominibus venereis», ecc.

Come detto morì a Bologna il 14 settembre 1528 e venne sepolto nella chiesa di San Martino Maggiore.


Maggiori info nel mio libro “Astrologia Italica“, Pagnini, Firenze 2016.


[1] SERAFINO MAZZETTI, Repertorio di tutti i professori antichi, e moderni, della famosa Università, e del celebre Istituto delle Scienze di Bologna, Tipografia di San Tommaso d’Aquino, Bologna 1847, p. 47.
[2] PELLEGRINO ANTONIO ORLANDI, Notizie degli scrittori bolognesi e dell’opere loro stampate e manoscritte, per Costantino Pisarri all’Insegna di S. Michele, sotto il Portico dell’Arciginnasio, Bologna 1714, p. 130.
[3] L’opera è presente nella British Library (collocazione: C.27.h.23.(2.)).
[4] L’opera è presente nella British Library (collocazione: C.27.h.23.(3.)).
[5] FABRIZIO BÒNOLI, DANIELA PILIARVU, I Lettori di astronomia presso lo Studio di Bologna dal XII al XX secolo, CLUEB, Bologna 2001, p. 129.

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