Girolamo Cardano (1501-1576)

Girolamo Cardano (1501-1576)
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Il 24 settembre 1501[1] nasceva a Pavia l’astrologo, medico e matematico Girolamo Cardano. Il padre Fazio (Bonifacio), la cui famiglia era originaria del paese di Cardano (oggi Cardano al Campo vicino a Gallarate), era giurista e docente di Matematica.

Girolamo Cardano, che nacque dalla relazione di Fazio con una vedova con tre figli, Clara Micheria, di vent’anni più giovane (il padre lo riconoscerà solo in seguito), oltre che matematico, medico e astrologo fu studioso di meccanica, ingegneria e idraulica (progettò anche dei meccanismi, come la serratura a combinazione e il giunto cardanico che da lui prende il nome) ma anche giocatore d’azzardo: nella sua autobiografia, De propria vita, scrive che merita di essere biasimato e rimproverato per essersi dato per quarant’anni al gioco degli scacchi e per circa venticinque a quello dei dadi, tutti i giorni, dilapidando non solo denaro ma tempo e reputazione.

Dal carattere non facile, misantropo, maligno e polemico, presuntuoso, a lungo impotente sessualmente, reduce da un’infanzia costellata da strani malanni e da conflitti con la madre (e picchiato costantemente dai genitori), già alla nascita ebbe modo di assaporare le vicissitudini dell’esistenza venendo alla luce privo di sensi dopo che la madre le aveva tentate tutte pur di abortire, quasi morto ma rigenerato da un bagno di vino caldo che a un altro sarebbe riuscito fatale.

Nel 1518 si iscrisse all’università di Pavia studiando Medicina e Filosofia. Si laureò poi in Filosofia a Venezia (1524) e in Medicina a Padova (1526). Esercitò poi la professione medica per sei anni a Saccolongo, nel padovano. Nel 1531 si sposò, essendo riuscito a guarire della sua impotenza, con una giovane di Saccolongo, Lucia Bandareni (che gli darà tre figli e che morirà poi nel 1546). Nel 1534 ottenne la cattedra di Matematica alle scuole Piattine di Milano, dove anche suo padre aveva insegnato. Nel 1539 lo troviamo come medico a Gallarate e in quell’anno, a dicembre, ottenne finalmente la tanto agognata iscrizione al Collegio dei medici, inizialmente osteggiata perché era illegittimo di nascita, anche se i suoi si erano sposati nel 1524. Dal 1543 al 1551, e poi dal 1559 al 1562, con alcune interruzioni, fu docente di Medicina allo Studio di Pavia.

Dopo varie e tristi vicissitudini famigliari, come i dolori che ebbe dai suoi due figli maschi, uno addirittura accusato di uxoricidio e condannato alla decapitazione, l’altro ladro e che lui stesso fece arrestare, e dopo varie peregrinazioni in tutta Europa chiamato per la sua fama, accettò nel 1562 la cattedra di Medicina a Bologna.
Il 6 ottobre 1570 venne però arrestato per eresia, per aver redatto a suo tempo un oroscopo di Cristo e per pratica delle arti magiche (accuse alle quali non era estranea l’invidia nei suoi confronti di molti colleghi): passò mesi in carcere (fino a dicembre, poi altri tre mesi agli arresti domiciliari) e gli venne tolta la cattedra all’ateneo bolognese.

In gravi condizioni sia economiche che fisiche, nell’ottobre 1571 lasciò Bologna e se ne andò a Roma (7 ottobre) per mettersi sotto la protezione di papa Pio V (Antonio Michele Ghislieri), il quale però non gli concesse nessun aiuto. L’ottenne invece dal nuovo Papa, Gregorio XIII (Ugo Buoncompagni), anche lui, a suo tempo, docente come Cardano presso lo Studio bolognese, e il 13 settembre 1575 riuscì finalmente a essere accolto nel Collegio dei medici di Roma potendo così usufruire di una modesta pensione.

Cardano fu personalità particolarissima, geniale, dotata di qualità non comuni, quasi soprannaturali, lui stesso sentendosi come chiamato dal cielo ad adempiere a grandi progetti per l’umanità. Aveva sogni premonitori, sentiva voci, ronzii nelle orecchie che lo preavvertivano di qualcosa di strano. Sapeva di essere grande e lo ostentava, a volte anche in maniera incauta.

Si interessò praticamente di tutto, avendo per questo un’immensa produzione letteraria (54 opere a stampa e 44 manoscritti, secondo lui stesso).
Nel 1663, a Lione, per i tipi di Jean-Antoine Huguetan e Marc-Antoine Ravaud, furono pubblicate tutte le sue opere in Opera Omnia, dieci grossi volumi in-folio a cura del medico lionese Charles Spon (1609-1684).

Si dice che avesse predetto la sua morte per il 5 dicembre 1573, poi rifacendo i calcoli che questa sarebbe accaduta il 28 aprile 1576.
Morì a Roma il 20 settembre 1576. Il suo desiderio era di riposare accanto al padre, nella chiesa di San Marco a Milano, ma l’infuriare della cosiddetta “peste di San Carlo” nella città meneghina fece sì che la sua salma venisse deposta nella chiesa di Sant’Andrea a Roma. Solo successivamente, ma la cosa non è certa, i suoi resti vennero trasportati a Milano e tumulati accanto al padre.

A lui venne dedicato, nel 1935, un cratere lunare, Cardanus.



Più ampie informazioni su Cardano nel mio “Astrologia Italica. Dal X al XVII secolo”, Firenze 2016.


[1] Girolamo Cardano presenta il proprio Tema natale nel suo Liber de exemplis centum geniturarum (in: Opera omnia, 1663, vol. 5, p. 468, grafico n. XIX): l’ora natale è «ho.6.mi.40. à meridie», ovvero 6 ore e 40 minuti dopo il mezzogiorno locale, corrispondenti alle ore 18.29 locali: l’Ascendente è a 06° 10’ Toro (06° 21’ a computer), il Sole a 10° 07’ Bilancia (10° 40’), la Luna a 11° 42’ Pesci (10° 39’).