Informazioni Storiche (3)

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Lo zodiaco europeo più antico.

Nel villaggio di Nakovanj, nella penisola adriatica di Pelješac, a 5 km da Lovište (Croazia), si trova, affacciato sul mare, un antico e ben conservato santuario illirico [1].
Lì, nel 2000, un gruppo di ricercatori facenti parte del “Nakovana Project”, fra i quali Stašo Forenbaher, dell’Institute for Anthropological Research di Zagabria,

Timothy Kaiser, del Royal Ontario Museum (Canada) e Alexander Raymond Jones, dell’Institute for the Study of the Ancient World della New York University, scoprirono un reperto molto interessante.

O meglio: a scoprirlo fu la fidanzata di Forenbaher (oggi sua moglie) che aggirandosi tra le rovine si mise a scavare trovando così l’apertura di una grotta, lunga circa 10 metri, che si scoprì poi essere stata sigillata nel I secolo a.C.

Lì, fra resti di scialuppe e barche, vennero trovati molti reperti fra i quali alcuni pezzi di avorio di elefante africano ai quali a prima vista i ricercatori non seppero dare una spiegazione.

Ma a un controllo più attento i pezzi di avorio si rivelarono essere parti di un zodiaco; le figure in essi incise si dimostrarono infatti essere Segni zodiacali: si riconoscevano i Gemelli, il Cancro, i Pesci (vedi immagine). Probabilmente quei pezzi erano incollati su di una tavola circolare di legno: osservando la curvatura dei piccoli reperti si può dedurre un diametro della tavola di circa 15 cm.Info_storiche_3_2
La datazione al radiocarbonio stabilì che quei manufatti risalivano al 100 a.C.

Probabilmente quello zodiaco era di origine greca, anche perché le scialuppe lì ritrovate erano di fattura non illirica; e poi non abbiamo testimonianze relative a conoscenze o utilizzo dell’astrologia da parte degli Illiri, e comunque, quand’anche l’avessero praticata, non sarebbe certo stata farina del loro sacco essendo culturalmente debitori dalla Grecia.
Gli Illiri erano poi famosi guerrieri che la tradizione e le leggende dicono essere stati abbastanza feroci: lo scrittore romano Aulo Gellio (125 – 180) dice di aver letto che: “ [gli Illiri] ammazzano le persone fissandole a lungo con sguardo irato, e che questi individui, maschi e femmine, dalla vista micidiale, hanno due pupille per ogni occhio” (Notti Attiche, IX, 4).

Ritornando al nostro zodiaco si pensa che possa essere stato lo strumento di lavoro di un astrologo, la sua “tavoletta zodiacale” sulla quale poi accomodava delle pietruzze variamente colorate che rappresentavano i pianeti del cliente di turno.

Non è escluso che il nostro astrologo, magari di origine greca, operasse proprio all’interno del santuario, come a volte accadeva. Oppure lo zodiaco può essere arrivato lì per chissà quale via e dimenticato poi in quella grotta. O anche essere stato deliberatamente rotto e lasciato nel tempio da qualcuno che, avverso all’astrologia, se ne era impossessato avendolo poi “immolato”agli dèi [2].


[1] Gli Illiri erano un insieme di popolazioni indoeuropee che abitavano la zona nord-occidentale della penisola balcanica. Inizialmente però il nome designava solo alcune tribù che vivevano nei pressi del lago di Scutari (Albania): furono i Greci e i Romani a chiamare con quel nome tutte le popolazioni che vivevano nei Balcani occidentali.
[2] Informazioni sugli scavi e lo zodiaco in: Stašo Forenbaher, Alexander Raymond Jones, “The Nakovana Zodiac: Fragments of an Astrologer’s Board from an Illyrian-Hellenistic Cave Sanctuary”, in: «Journal for the History of Astronomy», Vol. 42, Part. 4, No. 149, November 2011, pp. 425-438.

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