“Onora il padre e la madre”

“Onora il padre e la madre”
No Comment

Sì, sto parlando del quarto comandamento che fa parte di quei dieci precetti dati da Dio a Mosè e rimaneggiati poi dal Cristianesimo che ha cancellato il secondo ‒ “Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire […]” ‒ e del decimo ne ha fatti due ‒ “Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva […]”.
Nel “Catechismo della Chiesa Cattolica” in merito a questo quarto comandamento si legge:

[…] Dio ha voluto che, dopo lui, onoriamo i nostri genitori ai quali dobbiamo la vita e che ci hanno trasmesso la conoscenza di Dio […] (2197).
Il quarto comandamento si rivolge espressamente ai figli in ordine alle loro relazioni con il padre e con la madre, essendo questa relazione la più universale […] (2199).
[…] Il rispetto di questo comandamento procura, insieme con i frutti spirituali, frutti temporali di pace e di prosperità […] (2200).

Quindi certo, i genitori. Ma io qui voglio andare un po’ più in profondità, leggere questo da un’altra prospettiva, aprire un’altra porta.

Come sappiamo, e come più volte ribadito nei miei libri, l’essere umano è composto da quattro “ingredienti archetipici” che nell’ordine gerarchico dal più alto al più basso, dal più etereo/celeste al più materiale/terreno sono: SPIRITO, ANIMA, MENTE e CORPO.

Tenete presente che questi “ingredienti” li ritroviamo, pur con nomi diversi ma intendendo la stessa cosa, anche in altri contesti o livelli della Natura: nel mondo in cui viviamo, per esempio, possono ritrovarsi sotto forma, rispettivamente, di ENERGIA, TEMPO, SPAZIO e MATERIA.
In biochimica li riconosciamo nei quattro bioelementi: OSSIGENO, IDROGENO, AZOTO e CARBONIO.
Li troviamo poi nelle quattro basi del DNA: GUANINA, CITOSINA, ADENINA e TIMINA.
In psicologia li riconosciamo nelle quattro funzioni psichiche di Jung: INTUIZIONE, SENTIMENTO, PENSIERO, SENSAZIONE. E via discorrendo.

Ma torniamo a noi.

Prendiamo il termine “madre”: troviamo la radice sanscrita mâ-, “misurare”, che poi porta a mâtra, “misura” ma anche “materia”; in latino è mater, foneticamente accostabile sempre a “materia”; se ricordate, più sopra avevamo abbinato il termine MATERIA a CORPO.

Prendiamo adesso il termine “padre”: troviamo la radice sanscrita pā-, che richiama “proteggere” ma anche “nutrire”, da cui deriva sempre il sanscrito patis, “signore”; lo ritroviamo anche nel nome greco di Giove, Juppiter: Jup-piter, che ricalca poi l’invocazione dyeu peter (indoeuropeo) che vuol dire “Cielo padre!” e corrisponde esattamente al vocativo greco Zeû páter[1].
Quindi “padre” come Cielo, come Padre Cielo; se ricordate, più sopra avevamo detto che riguardo agli “ingredienti archetipici” umani quello più “celeste” è lo SPIRITO.

Ecco che allora “Onora il padre e la madre” potremmo anche tradurlo come “Onora il Cielo e la Terra” o meglio ancora “Onora lo SPIRITO e la MATERIA” ovvero “Onora lo SPIRITO e il CORPO”.
Ecco, io penso che quel quarto comandamento vada tradotto così.

A molti questa esortazione può apparire contraddittoria, un ossimoro, considerando i due “ingredienti” ‒ Spirito e Corpo ‒ inconciliabili tra loro, inaccostabili, quasi fossero uno il diavolo l’altro l’acqua santa: come si può onorare, contemporaneamente, lo SPIRITO e il CORPO? O l’uno o l’altro, dirà qualcuno: se vuoi avvicinarti alla spiritualità devi bandire il corpo, lo devi martoriare ché è lui, con le sue sensazioni e le sue passioni, che ti allontana dal cammino spirituale.

Sbagliato.
Vanno onorati tutti e due, il contenuto (spirito) e il contenitore (corpo). Non si è fatto il Verbo, carne?
Come recita il titolo di un libro del monaco Luciano Manicardi, oggi nuovo priore della Comunità di Bose, il corpo è la via di Dio verso l’Uomo e la via dell’Uomo verso Dio[2].
L’uno e l’altro non sono disgiunti; uno non può esistere senza l’altro; o meglio, senza gli altri: Spirito, Corpo, Mente e Anima sono un tutt’uno integrato, sono una cosa sola. Ché se così non fosse noi non ci saremmo.
Un’automobile senza motore (Anima) o anche solo senza contatti elettrici (Mente) o anche solo senza carburante (Spirito) o anche solo senza ruote e carrozzeria (Corpo) sarebbe inutile; è necessario che tutti ci siano e siano anche al posto giusto, ognuno facente le proprie funzioni.

Se non amiamo il nostro corpo, se non lo teniamo in salute, non è solo lui ad ammalarsi; come in un domino, se cade il Corpo cadono anche tutti gli altri: cade la Mente che a sua volta farà cadere l’Anima e tutti e due faranno cadere lo Spirito. A quel punto avviene la morte che però non è la semplice dipartita da questo mondo, la morte fisica, ma è la separazione, lo smembramento: come se a un essere umano venissero staccati di colpo braccia, gambe e occhi e dovesse continuare a vivere così ‒ ma quest’immagine, pur cruda, è molto ma molto lontana da ciò che effettivamente accade in questo tipo di “morte”.

L’obiettivo è quindi la salute, la salute integrale, la salute olistica, quella del Corpo e della Mente, dell’Anima e dello Spirito, che poi come detto sono, questi “ingredienti”, una cosa sola, impastati tra loro a formare noi stessi: come in un dolce, dove acqua, farina, lievito, zucchero, uova, ecc., sono tra loro impastati a formare appunto il dolce, e non è che addentandone una fetta potete decidere a vostro piacimento di mangiare solo la parte uova e il resto no: se l’addentate state mangiando e acqua e farina e lievito e zucchero e uova, ecc., miscelati tra loro e dove ognuno si combina e si trasmuta nell’altro, ingredienti inscindibili come inscindibili sono, in noi, lo Spirito, l’Anima, la Mente e il Corpo. La salute di uno è la salute di tutti.

Quindi, “Onora il Padre e la Madre” che vuol dire “Onora il Cielo e la Terra” che vuol dire “Onora lo Spirito e la Materia” che vuol dire “Onora lo Spirito e il Corpo”. Se ne rallegrerà la Mente. Se ne rallegrerà l’Anima.


[1] Cfr. ANTONINO ANZALDI e LUIGI BAZZOLI, Dizionario di Astrologia, Rizzoli, Milano 1988, p. 194.
[2] L. MANICARDI, Il corpo. Via di Dio verso l’uomo, via dell’uomo verso Dio, Qiqajon, Bose 2005.